Buiomega71 • 9/11/20 10:30
Consigliere - 26719 interventi Assolutamente nulla di nuovo per il genere, anzi, le regole slasheristiche sono rigorosamente ripettate sotto ogni aspetto, quasi con reverenza e senza particolari guizzi.
Eppure questo slasher scandinavo risulta non poco godibile, a patto di stare al gioco e non pretendere l'originalità (per la serie come si racconta più che il cosa).
Non inganni l'inizio, con i cinque ragazzotti norvegesi che fanno lo snowboard sui monti innevati, tamarissima sequenza spottistica che manco
Vacanze di Natale (mancava solo
Moonlight shadow in sottofondo) dove , però, ad un tratto, succede quialcosa di imprevisto (notevole la gamba spezzata dello sfigato di turno-il tipico nerdone senza la ragazza-con l'osso che fuoriesce a boormaniana memoria) e quando il gruppetto raggiunge un tetro motel abbandonato nel bel mezzo del nulla delle distese innevate, la suggestione prende il sopravvento.
Roar (il nome è tutto un programma, anche se il suo killer alla Messner non ruggisce) mette in scena uno stile classico, da scafato slasherone, con la sola differenza che i protagonisti sono un pò più maturi dei colleghi americani (da segnalare la corposa e decisa final girl Ingrid Bolso Berdal, con un visino che stà tra Nicole Kidman e Sigourney Weaver e un corpo bello tosto e atletico, nonchè attorialmente dotata) e il boogeyman delle nevi pare più furbo (la torcia spenta a fucile spianato, facendosi scudo con il corpo di Erik) che sadico.
Il body count è esangue (comunque non male la biondina ferita a morte e insanguinata che zigzaga per i corridoi, con colpo di grazia a suon di picozza, dopo essere stata placcata in stile
Classe 1984), dove al posto di frattaglie e splatterate varie , Uthaug sceglie la tensione, i luoghi abbandonati e oscuri, usufruisce bene e sapientemente degli spazi chiusi che le offre l'edificio incancrenito, l'inquietudine che monta poco a poco (la squallida stanza dei cimeli, i ritagli di giornale, il motel fermo al 1975, la stanzetta bruciacchiata dalle fiamme, la repellente vasca da bagno), fino alla mattanza , che però lascia poco spazio alle efferatezze (tagliole strategicamente posizionate davanti alla porta della rimessa, colli spezzati, picozzate e il pavimento imbrattato di sangue) ma la violenza và ricercata con il lanternino.
Canzonette norvegesi (una volta trovato il quadro elettrico si accendono le luci del decadente stabile e parte una musicassetta infilata nel vetusto stereo) anche simpatiche, la biondina sfaciatella che, però, in realtà vuore conservarsi vergine, gli sci e il fucile.
Ma il meglio avviene nel finalone, che pare una via di mezzo tra
Antarctica e
Mad Max (Uthaug azzarda pure una ripresa volante dall'alto come nell'intro dei
Oltre la sfera del tuono), tra gole che diventano macabri cimiteri, un flashback rivelatore (attenzione all'incipit con il bambino che pare sepolto da una valanga) di rara crudeltà e le battute colpo su colpo tra l'eremetico ammazzatutti e l'ultima ragazza rimasta.
Nulla di cui diventar matti, ma realizzato con robusta professionalità e qualche buona intuizione (geniale la brutta ferita alla gamba richiusa con l'attaccatutto) anche se un pò troppo accomodante agli stilemi del (de)genere, non offrendo nessun tipo di originalità (nota dolente la figura del babau norvegese, che sembra uscito da
Grido di pietra).
Ma nel mare magnum slasheristico si è visto di peggio.
Da noi rimasto inedito (ma visto tutte le patacche che distribuiva, la
One Movie, all'epoca, poteva farcelo un pensierino) e , si dice, sia stato campone d'incassi in terra patria.
Io ho il dvd francese della
Studio Canal (visto con sub transalpini, ma i dialoghi sono facilmente comprensibili) di buona qualità.
Ogni tanto, visto le location, mi venivano in mente i rimbrotti indirizzati a MacReady nel capolavoro carpenteriano "
Non sono svedesi Mac, sono norvegesi".
Lupus73
Undying, Greymouser, Jena, Buiomega71
Daniela
Brainiac