Buiomega71 • 27/07/24 10:31
Consigliere - 27335 interventiL'inizio faceva temere il peggio, sullo stile videoclipparo di
Lola corre con fotografia desaturata e montaggio a scatti epilettici invero fastidiosissimi, dove pareva di vedere una sottospecie di
Senza freni per le strade di Monaco.
Poi ci si sposta in zona boschiva tanto cara a John Boorman e a Werner Herzog (suggestive le location montanare dell'Alta Baviera, poi mai capito il perchè la mania di spacciare per angloamericano quello chè è prettamente europeo, come se ci si vergognasse delle proprie origini teutoniche) e la musica cambia, con influssi
ajani, la Palmer ricoperta di sangue per quasi tutto il film e non disprezzabili derive splatter/gore (gole squarciate con la ruota della bicicletta, squartamenti alla lama di coltello, boscaioli fatti a pezzi, incisioni profonde nella carne e una notevole crocifissione quasi
pararusselliana) con il sentore se sia Anne davvero pazza o il feroce assassino (poliziotto bastardo alla bisogna, che sembra uscito dalle pagine di Stephen King, tra
Il gioco di Gerald e
Rose Madder) esista davvero.
Buona gestione agorafobica negli ampi spazi montanari, tra cascate, grotte, fiumi, ponticelli, sentieri, strade sterrate e cime con croci annesse (la chiamata al soccorso apino), dove la tensione va a intermittenza (a volte l'attesa diventa troppo dilatata), qualche momento francamente evitabile (l'albero tagliato che cade addosso a Anne) e un killer onnipresente di dubbio e discutibile carisma (un ricciolone alla Leonard Mann francamente poco minaccioso).
La svolta torture (nel cottage) regala attimi di raffinato teatro della crudeltà (vederla morire dissanguata davanti allo specchio), in una via di mezzo tra
Killing words e scampoli
argentiani, dove Krause dalle collaudate tempistiche slasher e survivor, passa a qualcosa di più autoriale, nell'amour fou che si macchia di riverberi
collezionistici (l'incubotica cena a base di spaghetti scotti che anticipano le sevizie sadiane) con l'aggiunta di forzature inopportune (l'arrivo dei poliziotti).
Qua e là guastato da una statica convenzionalità e dalle poche sorprese al proprio arco (si poteva lavorare meglio in sede di scrittura, visto che Krause è anche un romanziere), ma tutto sommato sanguinoso e violento quanto basta e impreziosito dalle estive zone montuose.
Parecchio intensa la sconosciuta Rebecca R. Palmer, che si getta anima e corpo in un tour de force fisico e psicologico alquanto degno di nota.
Bruttissimi i titoli di testa e lo score di Ben Bartlett.
Undying, Schramm
Buiomega71
Daniela