Discussioni su Amour - Film (2012)

DISCUSSIONE GENERALE

34 post
  • Didda23 • 14/11/12 23:10
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Si per questo giro dovrebbe passare...
    Ora verrà il periodo di Natale con minchiate annesse (nel frattempo in usa esce un sacco di roba) e rimandano tutto a gennaio, febbraio. Faranno come al solito concentrando tutto in tre weekend e mi perderò di certo qualcosa.
    Fortunatamente quello di Ang Lee (pare interessante) dovrebbe uscire il 20 di Dicembre. Dovrebbero capire di far uscire più roba in contemporanea almeno scoraggiano la pirateria. Non è possibile che certa roba che esce adesso al cinema si possa già trovare rippata dal bluray.
  • Nancy • 17/11/12 03:58
    Fotocopista - 147 interventi
    Didda23 ebbe a dire:

    Pare che sia piaciuto pure all'academy. Sembra che possa essere inserito in alcune fra le categorie più importanti (oltre al miglior film in lingua straniera).
    Se la gioca con Argo (pare favoritissimo insieme a Lincoln di Spielberg) per aggiudicarsi le statuette più importanti.
    Per il momento sono molto quotati pure: l'orlo argenteo delle nuvole di David O. Russell, il nuovo film di Ang Lee e The Master di Paul Thomas Anderson.
    Tarantino parte dalla seconda/terza fila (tranne per la sceneggiatura).


    Grazie Didda per queste indiscrezioni sull'academy, non ne sapevo assolutamente niente!! E poi chi mi hai nominato, PTA!! Anche io aspetto The Master!!
  • Didda23 • 17/11/12 19:03
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    PTA è uno dei miei registi preferiti..
  • Pigro • 19/01/13 00:04
    Consigliere - 1661 interventi
    Cotola ebbe a dire:
    credo che Amour non sia un film sulla malattia (parrà strano dirlo) ma, come si evince facilmente dallo splendido e cortissimo titolo), sull’amore. Visto sotto questo punto di vista, il film assume tutt’altra valenza, brilla di un'altra luce. Risulta un film di un candore, di una delicatezza e di una estrema dolcezza. Sotto questo aspetto l’atto disperato di Trintignant non è altro, a mio avviso, che un estremo e coraggiosissimo atto di sconfinato amore (io credo che non ne sarei mai capace, ma non giudico).
    Ecco perché pur nella sua spietatezza, ho parlato di sobrietà, rigore, pudore e delicatezza.

    Che ne pensate?


    Fortunatamente il film è tornato al cinema in questi giorni e son riuscito a recuperarlo. Sono appena tornato dalla visione: bellissimo, ma... no, non è un film sull'amore! E neanche sulla malattia, a dir la verità. Semmai, è l'ennesima declinazione di un mondo hanekiano, abitato da vite rattrappite nell'alienazione e nella solitudine.
    Comunque, la cosa che mi premeva dire riguarda proprio l'amore. C'è nel titolo... ma è solo lì! Per tutto il film non c'è il minimo gesto non dico di amore ma almeno di affetto tra Trintignant e Riva. C'è solo routine, senso del dovere, dedizione. Lui (Trintignant) è la vera badante perfetta: ma la badante non "ama" il badato. E allora, Haneke sembra che abbia additato con scherno questo sentimento: eccolo l'amore che fine fa (ghigno glaciale)...
    Insomma, un bellissimo film (soprattutto per i due protagonisti che, loro sì, tentano di metterci un po' d'affetto), forse uno dei più agghiaccianti e pessimisti di Haneke. A me ha fatto venire in mente Il settimo continente, il primo film di Haneke: entrambi claustrofobici e autodistruttivi. Senza amour...
  • Didda23 • 19/01/13 00:09
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Sono d'accordo anche se il film a me non è piaciuto. Trintignant non mi è parso per nulla amorevole e se non mi ricordo male in una scena parte pure uno schiaffo ( in quel caso lo sguardo di Trintignant è veramente colmo di cattiveria).Ricordo male?
  • Pigro • 19/01/13 10:27
    Consigliere - 1661 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Sono d'accordo anche se il film a me non è piaciuto. Trintignant non mi è parso per nulla amorevole e se non mi ricordo male in una scena parte pure uno schiaffo ( in quel caso lo sguardo di Trintignant è veramente colmo di cattiveria).Ricordo male?

    No, hai ragione, lo schiaffo c'è. Lo sguardo non è cattivo, e anzi quella scena nasce dal fatto che lui si sta rendendo conto che lei vuole morire, e quindi lo schiaffo sarebbe in realtà per rabbia per questa cosa. Comunque sì, di amorevole c'è proprio poco. Adesso posto il commento.
  • Rebis • 19/01/13 16:03
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Pigro ebbe a dire:
    ... E allora, Haneke sembra che abbia additato con scherno questo sentimento: eccolo l'amore che fine fa (ghigno glaciale)...


    Oppure, ecco l'amore che cosa è.
    Anche per me film bellissimo ma solo dopo una lunga metabolizzazione... Però lo trovo anche uno dei meno crudeli di Haneke: nel senso che i personaggi questa volta sono rispettati, osservati, spiati forse, ma non violati (se si esclude l'incipit SPOILER con lo "sventramento" della stanza, ma loro ormai "non sono più"). Il sadismo questa volta si riversa sul pubblico, che cerca di partecipare, sentire il dramma, condividere l'amore (presunto), comprendere il conflitto generazionale in corso e invece viene sbattuto fuori, è costretto a rimanere spettatore appunto (la lunga ripresa a teatro speculare al pubblico in sala) prigioniero di uno sguardo oggettivante, esterno.
  • Pigro • 19/01/13 21:57
    Consigliere - 1661 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Il sadismo questa volta si riversa sul pubblico, che cerca di partecipare, sentire il dramma, condividere l'amore (presunto), comprendere il conflitto generazionale in corso e invece viene sbattuto fuori, è costretto a rimanere spettatore appunto (la lunga ripresa a teatro speculare al pubblico in sala) prigioniero di uno sguardo oggettivante, esterno.

    Molto interessante. D'altra parte l'amore degli altri esclude, per definizione, chi non ne fa parte: lo si può osservare, senza partecipare.
  • Jandileida • 21/05/15 12:32
    Addetto riparazione hardware - 431 interventi
    A me l'amore non è parso per nulla presunto a dire il vero.
  • Schramm • 8/07/15 11:49
    Scrivano - 7694 interventi
    Pigro ebbe a dire:
    Rebis ebbe a dire:
    Il sadismo questa volta si riversa sul pubblico, che cerca di partecipare, sentire il dramma, condividere l'amore (presunto), comprendere il conflitto generazionale in corso e invece viene sbattuto fuori, è costretto a rimanere spettatore appunto (la lunga ripresa a teatro speculare al pubblico in sala) prigioniero di uno sguardo oggettivante, esterno.

    Molto interessante. D'altra parte l'amore degli altri esclude, per definizione, chi non ne fa parte: lo si può osservare, senza partecipare.


    non sono molto d'accordo sul "questa volta". questa strategia del fort-da fonda da sempre tutto il suo cinema.
    e qua è anticipata dall'iniziale platea teatrale che si fa parabasi fissandoci muta ed enigmatica in attesa di un concerto che non vedremo né udremo (il titolo di lavorazione se non ricordo male era la musique s'arrete!), facendo di noi un ideale controcampo escluso dalla visione - e paradossalmente dal film stesso, come a volerci ricordare/ribadire: tu qui sei solo spettatore, testimone, ma io ti nego anche in quanto tale.
    per me sta qui la chiave del portone del film, ed è non a caso l'immagine che di tutto il film con più forza resta nella memoria quando è il turno degli end credits.
    Ultima modifica: 8/07/15 11:50 da Schramm
  • Rebis • 8/07/15 13:35
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Sì, è una strategia che Haneke adotta in tutti i suoi film, ed è a conti fatti una sua cifra stilistica. Ma credo che qui raggiunga una maggiore complessità, irriducibile a uno schema di sadismo voyeuristico. Nei film precedeti personaggi e pubblico sono sopraffatti da una violenza apparentemente esogena che sembra coincidere con l'occhio del regista cui siamo costretti ad aderire (e quindi ci ritroviamo insieme, complici e vittime), qui i personaggi sembrano subire innanzitutto le conseguenze degenarative di una condizione fisiologica endogena e, insieme, lo sguardo dello spettatore, i suoi tentativi di intrusione, di effrazione: impossibile venire a capo di quali siano i margini di autonomia che Haneke ci sta lasciando e di quanto invece lui si stia facendo interprete del nostro desiderio di intrusione, partecipazione, mettendolo di fatto in campo.
    Ultima modifica: 8/07/15 13:37 da Rebis
  • Schramm • 8/07/15 16:41
    Scrivano - 7694 interventi
    non so, per me l'incipit di cui accennato parla molto chiaro: io film sono il vostro spettatore. sono una tragedia che non ammette coro. sono io che mi prendo confidenza con voi, non il contrario.

    per il resto non trascuro certamente che questo è, rispetto a tutti gli altri, il suo primo film cripto-biografico. non so se sia giusto parlare di sadismo, probabilmente no, ma è indubbiamente un film elettricamente recintato, che crea liturgia tanto più esclude lo spettatore. che poi uno spettatore escluso è per forza passivo, e in quanto tale è, nell'assoluto patire, attivo il doppio. credo che haneke tenda proprio a ciò.
  • Rebis • 8/07/15 16:58
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    credo che la nostra interpretazione non diverga poi molto, tutto sommato. L'incipit l'ho letto più come un effeto specchio: Eccoti, spettatore, guardati, qui troverai solo te stesso e i limiti del tuo sguardo desiderante... O qualcosa del genere :)
  • B. Legnani • 28/01/17 13:48
    Pianificazione e progetti - 14963 interventi
    E' mancata la Riva.
    http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2017/01/28/news/e_morta_emmanuelle_riva_una_vita_per_il_cinema_da_hiroshima_mon_amour_a_amour_di_haneke-157055483/
    Ultima modifica: 28/01/17 13:48 da B. Legnani