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Discussioni su [1.01] Fear itself: Il segreto delle tre sorelle - Corto (2008)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/09/08 DAL BENEMERITO DANIELA
    POI DAVINOTTATO IL GIORNO 19/09/08
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  • Quello che si dice un buon film:
    Pinhead80
  • Non male, dopotutto:
    Daniela, Buiomega71
  • Mediocre, ma con un suo perché:
    Minitina80
  • Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
    Tyus23, Jena, Rufus68, Marcel M.J. Davinotti jr.
  • Gravemente insufficiente!:
    Undying

DISCUSSIONE GENERALE

3 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Mco • 27/12/12 19:36
    Risorse umane - 9999 interventi
    Il titolo italiano utilizzato da Cielo/Sky è:
    Il segreto delle tre sorelle.
  • Buiomega71 • 23/12/16 10:09
    Consigliere - 27521 interventi
    Quattro fuorilegge (tra cui uno gravemente ferito e con una pallottola in corpo), si arenano in una sperduta landa innevata in mezzo al nulla. Raggiungono un fortino isolato, cercando aiuto. Quì vivono tre sorelle biondissime che sembrano rimaste fuori dal tempo e dallo spazio e con parecchi scheletri nell'armadio...

    Parte bene il primo episodio dei "nuovi" Masters of Horror voluti ancora da Mick Garris (che scrive l'episodio e produce la serie), con suggestive location innevate abbagliate dalla fotografia di Attila Szalay (che aveva illuminato parecchi episodi delle due stagioni dei Masters...), che ricorda (come appunto dice uno dei protagonisti, Lemmon) le lande sperdute di Un tranquillo week end di paura

    L'atmosfera invernale, le tre sorelle con un segreto da nascondere, la ferinità femminea, il fortino sperduto in mezzo alla neve mi hanno ricordato il terzo capitolo di Licantropia (o Ginger Snaps che dir si voglia) minisaga da me molto amata, tra l'altro.

    Eisner si riconferma regista attento e buon narratore (dopo il notevole exploit del remake romeriano di The Crazies) e alcuni momenti sono notevoli (labbra cucite in pieno stile La Casa 4, Virginia che seduce Diego e poi giù nella botola, Chelsea che prega davanti al crocifisso mentre , alle sue spalle, il padre si rialza vampiro, la suggestiva, e silenziosa, chiusa finale), però, poi, lo script di Garris si dimostra fallace e con poco mordente, presentando un vampiro dal make up classico che non lascia tracce e non incute timore, vieppiù da cadute di tono imbarazzanti che fanno scricchiolare il tutto (le sventagliate di Uzi contro il vampiro, maddai)

    Da sturbo Mircea Monroe (con un decoltè tettofonico da infarto) e da apprezzare il senso di solitudine e angoscia che si respira nel fortino, tra botole, rimesse, resti di animali sulle staccionate, targhe d'auto appese, cimiteri, a testa in giù come in Hostel 2 e spizzichi di ombrosi segreti femminei.

    Sarebbe stato meglio se fossimo stati dalle parti di un We Are What We Are , invece che le solite vampirlate, ma tant'è...

    Da segnalare il BELLISSIMO commento musicale Lie Lie Lie composto da Serj Tankian, che apre la serie e ti entra subito in testa.
    Ultima modifica: 23/12/16 10:15 da Buiomega71
  • Buiomega71 • 8/01/17 11:17
    Consigliere - 27521 interventi
    A conti fatti una bella esperienza questa sola stagione dei Fear Itself

    Certo, ora che ho finito gli episodi, posso dire che i Masters Of Horror erano più "horror" (appunto) e, anche se , alcuni, scivolavano nel grottesco, erano molto più viscerali e non badavano a spese in fatto di sex and violence (eppoi c'erano i due di Argento, che ritornava in forma smagliante!)

    Purtroppo, a differenza dei Masters, i Fear Itself sono stati penalizzati dalla rete che li ha prodotti (la NBC), che ha "ammortizzato" gore, sesso e violenza (a differenza della più libera Showtime dei Masters), anche se alcuni registi (Gordon, Bousman, Fessenden) hanno tentato di aggirare l'ostacolo "osando" un pò di più.

    Comunque , alla fine, ne sono rimasto abbastanza appagato. Non tutti erano prettamente horror e il twist finale (spesso inaspettato) il vero marchio di fabbrica di questa succosa antologia.

    Gli episodi migliori, almeno dal mio punto di vista, sicuramente quelli di Stuart Gordon (che supera di netto i due che ha diretto per i Masters), di Mary Harron (sorprendente la sua versione "femminista" della Fabbrica delle mogli), di Larry Fessenden (il più aggressivo, il più viscerale) e di Ronny Yu (divertentissimo, cattivissimo)

    Poi quelli che entrano nella media ma che hanno interesanti frecce al proprio arco: Breck Eisner e le sue due sorelline in odor di Licantropia (peccato per il pagliaccesco vampiro), Brad Anderson che imprime il suo stile e le sue tematiche da "complesso di colpa", John Landis al cazzeggio che però diverte non poco, Bousman tra infetti e vendette amorose al sangue, John Dahl che gioca con il "noir" (genere a cui non può farne a meno) e le proprie Metà oscure, Schmidt riprende il suo bellissimo Delitto + castigo a Suburbia e lo contamina con il J-Horror.

    I meno riusciti , sicuramente, Ernest Dickerson (la sua barzelletta sui licantropi lascia il tempo che trova, salvata in corner da un twist a suo modo geniale), Rupert Wainwright che spreca il suo talento per una storiella di reincarnazione e gelosie amorose alquanto fiacca (però osa, a dispetto degli altri episodi, un pò più sull'elemento sessuale e alcune inquadrature di bellezza estetico/videoclippara rimandono a Stigmate) e Eduardo Rodriguez, il meno dotato di tutti, che mette in piedi una storiellina banale e convenzionale, nonchè derivativa al massimo, tra La casa raiminiana e il "witch movie" (anche se l'incipit col sabba stregonesco faceva ben sperare)

    Alla fine, nel bene e nel male, tutti i 13 registi hanno lasciato la loro impronta autoriale e il loro stile riconoscibilissimo.

    Per me (e anche per il buon Garris, che stavolta, registicamente, si e chiamato fuori) una scommessa vinta.

    Non avranno la caratura dei Masters, ma avercene di antologie televisive così .

    Insomma, sotto le festività natalize non mi sono affatto annoiato e qualche "gioiellino" me lo sono portato a casa.

    FAVOLOSA la siglia iniziale che apre tutti gli episodi (ancor più di quella dei Masters), con la bellissima Lie Lie Lie composta da Serj Tankian.
    Ultima modifica: 8/01/17 23:48 da Buiomega71