Vai e vivrai - Film (2005)

Vai e vivrai

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/07/08 DAL BENEMERITO MASCHERATO
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Mascherato 4/07/08 17:05 - 583 commenti

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Nuovamente una simulazione dal regista di Train de vie. Nuovamente un'identità camuffata per sopravvivere. E la vita che si afferma, che vince al di sopra di ogni barriera linguistica, geografica e religiosa. Una speranza in più da un autore che nello splendidamente disilluso epilogo del precedente lavoro ci aveva posto di fronte alla sconfortante realtà di una crudeltà senza fine.

Galbo 25/04/10 10:02 - 12372 commenti

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Una drammatica e misconosciuta pagina di storia diventa il pretesto per il toccante film del regista Radu Mihaileanu che affronta con grande sensibilità i temi del distacco, del dolore, le imcomprensioni (anche razziali) e la crescita. Attori molto bravi e il tocco personale del regista (autore di capolavori come Train de vie e Il concerto) capace di dirigere un ottimo film.

Saintgifts 7/02/11 14:53 - 4098 commenti

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Il regista rumeno, di famiglia ebraica, Mihaileanu, porta sullo schermo l'Operazione Mosè del 1984, organizzata per portare in Israele migliaia di ebrei etiopi (Falasha). Lo fa incentrando il fatto storico su di un bambino etiope, ma cristiano, che la madre spinge a mettersi in salvo fingendosi ebreo. La storia commuove, ma soprattutto mette in risalto la parte più terrena e settaria delle religioni e gli istinti xenofobi dai quali nessuno è completamente immune. Dai dolorosi campi nel Sudan a Israele, Schlomo, conoscerà l'uomo e la "civiltà".

Daniela 1/02/20 00:32 - 12606 commenti

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Una etiope cristiana fa passare per ebreo il proprio bambino perché venga portato in Israele nell'ambito dell'operazione Mosè condotta dal Mossad. Adottato da una famiglia amorevole, il ragazzino deve affrontare altre prove difficili come dover fingere una fede che non gli appartiene oppure affrontare la malcelata xenofobia negli ambienti israeliani ortodossi, che il regista sa narrare senza facili effettismi ma anche senza reticenze. Opera delicata e sensibile, commuove per la capacità del protagonista di conservare la speranza di poter riabbracciare la madre rimasta in Sudan.

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