Una gravidanza a rischio - Film (2017)

Ennesimo thriller televisivo canadese centrato su di una donna in pericolo (gli uomini, al solito, stanno ai margini in ruoli del tutto anonimi). Qui a rischio è una prossima partoriente, Emily (Harnois), che dopo aver perso il primo figlio durante un  poco felice parto di qualche anno precedente ci riprova, pur con tutti i problemi di depressione che ancora la affliggono. A prenderla di mira questa volta non è il destino ma Kelly (Van Hooft), una perfida coetanea vicina di casa, pure lei con pancione. Come da tradizione in questo genere di film l'avvicinamento della sadica stalker alla povera vittima è soft: un misto di gentilezze e favori utili a far apparire la pazza...Leggi tutto (che qui avevamo visto già nel prologo accoppare a bastonate la padrona della casa in cui ora alloggia) come la più amorevole delle vicine possibili. Ti aiuto a far questo, ti consiglio quello, ti do una mano a sistemare la stanza della piccina, ti faccio il regalino giusto... Il marito (Williams) di Emily nel frattempo è sempre al lavoro, stacca tardi e fa comunella con una collega, Susan (LaPlaca), che sulla carta è la migliore amica di Emily ma che poi - hai visto mai - potrebbe pure sedurle il maritino dall'aria un po' svampita. Questa è infatti l'ipotesi suggerita da Kelly, la quale - lo capiamo fin da subito - ha interesse a proporsi come unico sostegno alla gravidanza della protagonista per poi... chissà. Perché le intenzioni ultime della matta non sono all'inizio palesi: vengono parzialmente nascoste per instillare almeno un po' di curiosità in chi guarda. Il meccanismo sul quale si regge la trama è tuttavia elementare, le sorprese pari a zero. Restano una recitazione decente e una regia che in qualche modo tiene su la baracca, ma certo non siamo tra i migliori prodotti nemmeno all'interno dello stesso sottogenere. Anche perché i particolari improbabili che affollano la vicenda non arrivano proprio a regalarle la plausibilità necessaria a creare empatia con i personaggi. Al punto che la più spontanea sembra forse Susan, accusata di intrallazzare col marito ma che invece è la prima a capire che se c'è qualcosa che non va sta proprio in quella vicina invadente sempre col sorriso sulle labbra ma evidentemente poco sincera, che non appena Emily si fa ricoverare per aver visto delle perdite di sangue nemmeno le dà manforte di fronte al medico, portandolo così a credere che la poveretta sia in pratica una visionaria. Scherzi beffardi, tranelli e un continuo tentativo, da parte della bella pazzerella, di entrare nelle grazie di Emily scusandosi per ogni spudorata ingerenza nella sua vita. Come giallo funziona davvero pochissimo, il finale è pessimo e il meccanismo, come detto, davvero troppo minimale e zeppo di assurdità: il marito vorrebbe giustificarsi ma non trova le parole per farlo neanche quando poco ci vorrebbe, Emily sembra non in grado di vedere appena oltre il proprio naso e la perfida Kelly ha gioco facile, con una coppia tanto incapace di guardarsi negli occhi e impostare un facile dialogo chiarificatore. Insomma, se il film non è un fallimento totale è solo per l'abilità degli autori di celare col mestiere la povertà dell'insieme.

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