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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Un marito apparentemente pacifico, che ama la propria famiglia, viene d'improvviso sospettato di avere un lugubre passato da nascondere. Quante volte l'abbiamo sentita una storia così? In quante varianti? Non serve citare PRESUNTO INNOCENTE, tra le più celebri, perché c'è solo l'imbarazzo della scelta. Buon ultimo arriva questo tv movie francese che non aggiunge nulla al (sotto)genere ma che poggia sulle buone interpretazioni del bravo Kad Merad e di una statuaria Laurence Arnè: il primo nel ruolo del marito dal passato tutto da decifrare, la seconda in quello della moglie che non sa a chi...Leggi tutto credere.

L'abilità degli autori, come sempre in questi casi, sta nel bilanciare gli indizi a carico degli innocentisti e dei colpevolisti, lasciando che il tarlo del dubbio non s'insinui solo nella mente della moglie (e soprattutto della detective che per prima ha creduto di avere in mano il colpevole dell'uccisione di una famiglia scomparsa con lui nel nulla) ma anche nella nostra. Trovare tuttavia snodi che permettano alla vicenda di proseguire incuriosendo non è facile e il rischio principale è - come infatti accade - di far ristagnare un po' troppo le acque senza introdurre nulla di significativo negli sviluppi del caso. Alice (Arné) tende a replicare la medesima espressione preoccupata e combattuta troppo a lungo e, dal momento che i primi piani sul suo bel volto si sprecano, è naturale che dopo un po' si avverta una poco auspicabile impressione di staticità. Più mobile, pur all'interno di un quadro granitico dato forse dall'origine russa del personaggio, Thomas (Merad) sembra sempre cadere dalle nuvole, incapace di credere che tutto stia davvero accadendo a lui. Un colpo al cerchio (la somiglianza fisica, alcune abitudini) e uno alla botte (cambiamenti d'atteggiamento impensabili rispetto al possibile passato) per destabilizzare lo spettatore e indurlo a scegliere sulla colpevolezza o meno dell'indiziato.

La varietà la garantiscono almeno in parte le indagini della polizia, con i problemi affrontati dalla detective (Pailhas) all'interno del distretto in cui lavora: decisa a non mollare la preda, si trova davanti un uomo che non si tradisce e un superiore nient'affatto convinto che si sia fatta la cosa giusta. Con una buona fotografia a incorniciare un film che non tradisce l'impronta televisiva, una recitazione complessivamente valida anche da parte dei comprimari, non si può comunque dire che LA PART DU SOUPÇON lasci il segno. Tuttavia, nonostante i frequenti déjà vu, la sobrietà dell'insieme conferisce buona credibilità alla vicenda (tratta da una storia vera, si legge sui titoli di testa) permettendo di coglierne gli accenti posti sulla normalità del quotidiano e i prevedibili risvolti psicologici che la sceneggiatura sottolinea senza pretendere di strafare. Il finale antispettacolare riesce a mantenere comunque una bella tensione.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/06/23 DAL BENEMERITO SISKA80 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 9/07/23
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Siska80 7/06/23 16:05 - 3714 commenti

I gusti di Siska80

Thomas è proprio un brav'uomo dedito alla famiglia... o si tratta invece di uno stragista ricercato da anni? Da salvare resta soltanto il cast dalla recitazione sobria; il resto vale poco, siamo ai livelli di un episodio men che mediocre di una qualsiasi serie tv poliziesca datatissima: tutto è prevedibile e banale (anche la maniera di narrare gli eventi), nessun colpo di scena, nessuna trovata che mandi in confusione lo spettatore circa l'identità del criminale in fuga; per tacere di un finale irritante causa totale assenza di suspense e inventiva. In sostanza fiacco e deludente.

Daniela 13/06/23 02:19 - 12606 commenti

I gusti di Daniela

Marito premuroso e padre amorevole viene sospettato d'essere un assassino che ha fatto perdere le sue tracce anni prima dopo aver sterminato la propria famiglia. Lui nega, ma la moglie comincia a nutrire dei sospetti... Le potenzialità della trama, ispirata a fatti di cronaca nera che hanno già fornito spunto per altri fllm, vengono sprecate da una sceneggiatura banale, una regia piattissima, una messa in scena a livello di mediocre sceneggiato tv in cui dispiace vedere coinvolto un attore di talento come Merad. Operina insignificante perdibile senza rimpianti.

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