L’innocente evaso finisce in casa della vecchia fiamma che ospita un giurista, il quale finisce per essere coinvolto. I temi etici alla Lang (il rigore della giustizia contro il linciaggio e la corruzione) sono riletti alla luce di un esprit gaio e positivo alla Capra, riservando pure momenti comici. Ma più di questi aspetti, che così miscelati paiono ingialliti, risulta moderno e intrigante lo strano triangolo amoroso (esagerando, quasi pre-Truffaut), il cui scioglimento finale pare più una forzatura che una necessità narrativa.
Evaso dal carcere in cui era rinchiuso in attesa del processo per omicidio, un uomo si rifugia presso una insegnante, ma lei ha appena affittato la casa ad uno stimato giurista... L'inizio può far pensare ad un dramma, ma bastano poche battute fra Grant, Arthur ed il terzo incomodo Corman per far comprendere che il terreno è quello della commedia degli equivoci con complicazioni sentimentali, anche se non mancano riflessioni più serie sugli errori giudiziari e la facilità con cui la gente si lascia manipolare. Amalgama non perfetto ma gradevole.
Commedia ricca di sfumature, che passa agilmente da momenti molto ironici (c'è tutta una prima parte piena di equivoci) ad altri sentimentali fino a discorsi sulla legge e la giustizia. Il tutto ben amalgamato nella sceneggiatura, che sfrutta a dovere il carisma dei due protagonisti maschili affiancandoli a un'ottima Arthur. Scorre piacevole e non appare nemmeno troppo datato nella sua morale. Stevens poi sfrutta bene la quasi unità di luogo, con molti cambi di inquadratura e un ritmo vivace.
Commedia degli equivoci divertente, con dialoghi brillanti e anche animata da una non banale discussione su fino a che punto un uomo probo debba rispettare alla lettera le leggi. In più un triangolo amoroso con venature omosex quasi esplicite e un finale che rimette tutto a posto con la morale corrente. Cary Grant come sempre sa tenere la scena, ma i suoi partner non sono da meno.
L'incipit tragico e noir sembrerebbe prospettarci l'eventualità di dover ricalcolare un Cary Grant drammatico lontano dalle usuali doti brillanti che gli riconosciamo, ma il dubbio viene subito dissolto da un registro che vira immediatamente verso una commedia degli equivoci di sapore quasi teatrale. Certamente tenta ancora qua e là di riallacciare note filosofiche, di critica sociale e gialle, ma, come direbbe Giacomo Poretti: “Nente di serio”; non lo fa in modo abbastanza costante da risultare credibile. Prodotto piacevolmente simpatico e leggero, ma un po' disomogeneo.
MEMORABILE: Lo Scootabout Crocker del postino; Le uova sul giornale; Il giudice che scrive la sentenza prima del processo: una triste realtà.
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv ( Ciclo: "Nulla sul serio", giovedì 14 giugno 1984) di Un evaso ha bussato alla porta: