Tooken - Lui ci proverà - Film (2015)

Questa volta ad essere preso di mira è l'action francese targato Luc Besson: IO VI TROVERO' ottenne buon successo non solo in patria e gli americani chiamano il televisivo Lee Tergesen a rifare Liam Neeson. Una somiglianza, per quanto molto alla lontana, esiste e col look giusto Tergesen riesce a calarsi discretamente nei panni dell'ex agente CIA Bryan Millers (il nome è lo stesso ma il cognome lì era Mills). Nonostante i riferimenti al modello ne facciano una parodia piuttosto rigorosa (c'è pure la scena del caffé all'incontro in casa coi criminali) si abbandonano tuttavia gli...Leggi tutto scenari action (evidentemente troppo dispendiosi) per concentrarsi sulle vicende familiari del protagonista, la cui moglie l'ha lasciato per spassarsela con l'equivoco Money Maker (Wilson) detto “Gran cioccolatino”, pornostar che lei non accetta di sposare se prima questi non cambierà il suo stato su Facebook (!). La figlia da salvare non manca ovviamente, ma più che dai temibili banditi Millers dovrà proteggerla da una festa in cui la sua virtù potrebbe essere messa a repentaglio (quando alla fine le permette di andare le porgerà delle mutande di ferro da indossare...). Gli albanesi, nemici giurati di Neeson in TAKEN, lavorano qui per “l'emporio del cucciolo” e manovrano esplosivi in modo piuttosto... singolare aprendo una vicenda secondaria che a fatica si sposa a quella principale generando un caos in cui non è facile orientarsi. Al gruppo si aggiungerà infine l'anziana e tosta madre di Millers, altro personaggio modellato sulle tante vecchiette arzille che nel comico ricoprono un ruolo ben preciso (spesso, come in questo caso, legato a gag d'impronta sessuale per suscitare il disgusto). Insomma, ci si arrabatta come si può con il repertorio classico della commediaccia rispolverando senza vergogna (né gran gusto) idee abusate. Un esempio? Il protagonista, che soffre di disfunzionalità erettile, deciderà di ricorrere al Vialis (che mescola i principi attivi di Viagra e Cialis) e in farmacia non ci verrà risparmiata la solita trovata del commesso che grida a voce alta problematiche e nome di chi non avrebbe certo voglia di sentirsi chiamare in causa. In seguito all'assunzione della pillola il membro di Millers diverrà un'asta gigantesca e rigida aprendo la via a un'altra serie di battute straviste (utili però a un finale incredibile). Tergesen, che la faccia da falso duro che serve ce l'avrebbe, in qualche modo funziona; è ciò che gli gira intorno a deludere, a partire dagli albanesi che da noi parlano in semplice italiano dalla forte inflessione balcanica (ma con i sottotitoli in albanese!) e sono capeggiati da un boss orientale insopportabilmente verboso fino all'intera famiglia di Millers, in cui a salvarsi – dal punto di vista dell'interpretazione - sono in pochi con la conseguenza che i dialoghi in casa - quasi sempre a base di sesso - son terribili (quando ci si mette di mezzo l'anziana madre non ne parliamo)... Eppure la sceneggiatura qualche buona gag la riserva e prese singolarmente alcune scene funzionano pure; è il vederle in sequenza che dopo un po' finisce con l'estenuare; un difetto comune alle parodie low budget: se la regia non tiene alti i ritmi, se non riesce a legare i diversi sketch insieme facendo in modo che le gag da latte alle ginocchia si avvertano meno è un problema, accentuato in questo caso da un doppiaggio penalizzante. Immancabili papere sul set inserite piuttosto stranamente alla fine dei titoli di coda (di solito li interrompono quasi subito): non ci arriveranno in molti ma non ci si perderà molto, visto che in italiano suonano sempre terribilmente artificiose.

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