The shark hunters - Film (1963)

The shark hunters

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La nostra recensione di The shark hunters

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

La vita del cacciatore di squali sulle coste del Messico. Peccato che gli squali si vedano giusto nelle suggestive scene iniziali (peraltro parzialmente coperte dagli ingombranti e interminabili titoli di testa) per poi scomparire, di fatto, lasciando spazio alle avventure del protagonista, Aurelio Gómez (Aldama). L'uomo è forte e vigoroso (nonostante un paio di occhiali che cozzano un po' con la scorza rude); ha lasciato a Città del Messico moglie e figli per guadagnare i soldi necessari a mantenerli e per questo spedisce loro regolarmente buona parte di quanto risparmia. D'altra parte la vita lì poco costa: il cibo, qualche birra con gli amici al bar, il carburante per la barca e qualcosa magari...Leggi tutto per la bella Manela (González), con la quale i rapporti sembrano ben più che amichevoli. Una ragazza semplice, dal sorriso radioso, il cui unico sogno sembra essere una collana per la quale aspetta ansiosamente il proprio diciottesimo compleanno. Aurelio però si fa due conti e capisce che per le sue tasche anche una spesa simile è eccessiva. Viviamo con lui la quotidianità dei pescatori, i piccoli drammi di una comunità semplice e felice, con i ragazzini che urlano e corrono, le uscite in barca di notte e il mare come sfondo costante... Gli squali nel complesso si vedono davvero poco, quasi sempre a far tappezzeria per giustificare un titolo invitante (i tiburoneros sono appunto i cacciatori di squali) e nel già citato incipit. La vita di Aurelio comunque, che in fondo si ripete uguale da tre anni (da quando cioè è partito di casa), cambia d'improvviso quando il richiamo della famiglia si fa sentire più vivo. Capisce così come sia giunta l'ora di tornare a Città del Messico e di salutare tutti. Ma il distacco porta con sé i rimpianti di un mondo che per quanto povero lo faceva sentire vivo. Più di quanto non lo faccia il potersi riaccomodare sul letto di sua moglie. La regia dello spagnolo Luis Alcoriza è diligente e abile nel riprendere i paesaggi naturali. Indugia senza falsi pudori sulle fiocinate agli squali o sulla violenta uccisione di un delfino sezionato a metà (altri tempi), si sofferma a descrivere personaggi anche bizzarri e cerca di rendere il clima festoso dell'ambientazione attraverso un bianco e nero che naturalmente non facilita l'operazione. Discretamente realizzato, sincero nel suo messaggio e nel lento sviluppo dello stesso, rispecchia anche per questo bene la vita di chi vive sul mare, da sempre assai distante dalla frenesia cittadina. Sentimenti complessivamente ben resi soprattutto nella figura sfaccettata di Aurelio, sulle cui spalle di fatto poggia l'intero film.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/10/19 DAL DAVINOTTI
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