The killer - Film (2022)

Sicario che sta per ritirarsi (che novità, buoni o cattivi, i protagonisti di questo genere di film non possono mai godersi la pensione!) è costretto a rimettersi in gioco per difendere terze persone. Tipico prodotto coreano a base di arti marziali e imprese ai limiti dell'impossibile che ha, pur nella sua prevedibilità, non solo il merito di non annoiare mai (anche grazie a una durata media), ma di suscitare nello spettatore un certo compiacimento dal momento che non si prende troppo sul serio e si serve di un cast principale ben scelto (notevole l'espressività di Jang Hyuk).

Portato sugli scudi ormai da qualche anno, il cinema coreano ci regala l'ennesima pellicola su un killer per così dire dal volto umano, rivelando una certa coazione a ripetere nonché una scarsa fantasia nella scelta dei contenuti. Il film appare decisamente ripetitivo, anche se ben realizzato nelle sequenze d'azione e con un interprete principale di livello, che rimane nella memoria. Va inoltre sottolineato come la seconda parte sia migliore della prima e il finale di un certo impatto. Nel complesso non male.

Killer vorrebbe mettersi a riposo ma la moglie lo obbliga a far da baby sitter alla figlia di una amica e, quando la ragazzina si trova nei guai, l'aspirante pensionato è costretto a tornare in azione... Action sud-coreano dalla trama pretestuosa che sembra una variante più violenta di Io ti troverò con un protagonista alla John Wick alle prese con decine di scagnozzi dal QI limitato. Gli scontri sono ben coreografati ma non esaltano, i dialoghi risultano penalizzati dal doppiaggio mediocre, l'humor nero resta troppo sottotraccia, la noia è da mettere in conto.

Ui-gang, quarantaduenne sicario a riposo, accetta suo malgrado di fare da babysitter a una minorenne, ma si troverà sempre più risucchiato in una torbida storia di prostituzione d’alto bordo. Tanto fumo per niente (o poco) arrosto, in questo film di innegabile presa estetica e scenografica ma di puro e vuoto intrattenimento. Un fumettone sanguinolento nel quale decine di uomini non sono altro che birilli mobili da far cadere. Violenza fine a se stessa e diseducativa per i giovanissimi.

Il professionista si sarebbe ritirato, ma lo vanno a sollecitare e lui prende l'incarico tanto sul serio da farne fuori una tonnellata. Come John Wick ma coreanamente molto più cattivo: un noir che è una formula, ma che fila come un treno e cresce con il passare dei minuti. Come troppo spesso accade il doppiaggio, protagonista a parte, deprime un po' il tutto.

Buonissimo action coreano, ben diretto da Jae-Hoon Choi e interpretato dall'ottimo Jang Hyuk,il quale veste i panni di personaggio misterioso, ricco ed esperto di lotta e armi che apparentemente vive in tranquillità nella sua tenuta. Al di là dei momenti inziali di stallo e racconto di una storia che sembra normale, non appena avviene il primo scontro tra il protagonista e alcuni ragazzi sprovveduti il film inizia ad ingranare e non si ferma, andando a volte anche oltre il limite della realtà ma mantenendosi comunque divertente nello stile e piacevole nella narrazione