Giovane newyorkese scopre di avere parenti dell'alta società inglese e viene invitata oltreoceano alla loro antica magione per un ricevimento... Horror vampirico che, tra citazioni a Stoker ed elementi propri del cinema gotico, innesta anche qualche metafora di stampo sociale (i privilegiati borghesi che - letteralmente - succhiano il sangue della classe meno abbiente); tra momenti d'atmosfera e altri abbastanza splatter, si consuma un lavoro ben girato e con qualche scena riuscita ma che nel complesso risulta già visto, non aiutato dal finale carico di CGI e da una durata eccessiva.
Moderno gothic horror sui vampiri con confezione molto rifinita e immagini con luci verdognole che contrastano su particolari dai toni caldi (alla Crimson Peak). La protagonista di colore scopre di discendere da una famiglia aristocratica inglese e si reca in un maniero tra lord ed eredi di antico lignaggio, in realtà legati al vampirismo. Scordatevi elementi innovatori perché l'impostazione è molto tradizionale, e scordatevi pure ambientazioni polverose e rovine: qui abbiamo un maniero gotico fin troppo posticcio e tirato a lucido (ma che ha il suo perché). Le carte c'erano.
Afroamericana scopre di essere imparentata con aristocratici inglesi che la invitano nella lussuosa magione di famiglia dove avrà modo di scoprire quanto siano importanti i legami di sangue... Tra i vampirici d'ambientazione contemporanea, uno dei più felicemente perdibili: la confezione leccata non basta infatti a dare dignità ad una trama modaiola con personaggi inconsistenti e sequenze in stile harmony più terrificanti nella loro banalità di quelle horror oltretutto penalizzate da una CGI mediocre. Nel brutto epilogo dispiace vedere coinvolto Pertwee, qui maggiordomo classista.
Di tradizione ferisce, collocandosi scaltramente a metà tra Stoker e Danielle Steel dentro romantiche magioni gotiche e fragili nobiltà decadute, e di tradizione perisce, perche una volta svelate le carte (non che fossero coperte benissimo...) ed esposto il blasone sbriga la faccenda in maniera troppo spiccia, effettisticamente insufficiente e poco spettacolare. Da segnalare sia la brava Emmanuel che la giunonica Corneliussen, maluccio sia prologo che epilogo: il primo è quasi incidentale, il secondo puramente di cassetta. Soffice e salottiero.
Ennesima variazione sul tema vampiresco (elegantemente servito in salsa british) che strizza l'occhio alla ormai consueta tendenza del cinema contemporaneo di vendicare le classi medio/basse mettendo alla gogna i ricchi benestanti. A vendicare i proletari americani ci penserà una giovane e bella cameriera, in visita nella vecchia Inghilterra per scoprire le proprie origini. La pellicola parte con una discreta tensione che man mano scivola nel prevedibile per poi sfociare in un finale più che fumettistico. Guardabile una volta.
Horror gotico-patinato (più patinato che gotico) in classico stile moderno con annesso signore del maniero belloccio e insipido appartenente a una tipologia vampiristica ormai trita e ritrita; pubblicizzato come una rivisitazione di "Dracula" (il romanzo), non ha ovviamente nulla a che vedere con quel capolavoro, sia come storia che come tutto il resto! Il finale con un po' di pepe in più alza il voto di mezzo pallino, salvandolo dalla grave insufficienza.
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