Una storia di doping, di sport (la marcia, uno di quelli meno raccontati dallo schermo) e di rapporti padre-figlio raccontata con disinvoltura da un regista alla sua opera seconda che si fa molto aiutare dagli ottimi attori ingaggiati, in particolare Paolo Calabresi e Libero Di Rienzo, al suo ultimo film. Il tema del doping è trattato con impegno, i rapporti familiari sono raccontati con sentimento ma il film presenta ogni tanto qualche inutile lungaggine.
Per aumentare le proprie prestazioni, una giovane marciatrice ricorre agli "aiuti" procurati dal suo compagno, un ex preparatore atletico radiato per aver fatto ricorso in passato a sostanze proibite... Il film affronta un tema impegnativo in modo sobrio, evitando forzature e facili derive emozionali, ma convince poco quando tenta di allargare il discorso dallo sport dopato alla crisi economica che attanaglia la zona rurale in cui vive la protagonista e sta portando alla rovina la sua famiglia. Buone le intenzioni, risultato compromesso da una certa superficilità.
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