Slaughterhouse spacca - Film (2018)

Discreta commedia horror ambientata in un severo collegio britannico, mischia lo stile inaugurato da L'alba dei morti dementi o il più recente Manuale scout per l'Apocalisse zombie con lo sci-fi, sostituendo i non-morti con creature sbucate da una crepa nel terreno. La prima parte "preparatoria" nella scuola è in realtà la migliore, mettendo in scena un sistema gerarchico sopra le righe con buoni dialoghi e uno stile visivo molto curato; quando si entra nel vivo dell'eco-horror ci si annoia un po', tra mostri in CGI e splatter inoffensivo.

Iscritto suo malgrado ad un college d'élite, Don deve vedersela sia con i bulli delle confraternite sia con mostri usciti dalle viscere del terreno a seguito do trivellazioni alla ricerca di gas naturale... Nella prima parte, questo teen-movie sembra preludere a un mistery satirico che mette in berlina le istituzioni scolastiche ma poi imbocca decisamente la strada dell'horror grottesco e splatteroso. Pur formalmente curato, il mix risulta modesto per colpa di una sceneggiatura fiacca che non sfrutta adeguatamente gli spunti della trama e gli ottimi attori a disposizione (Pegg, Frost, Sheen).

Una lunga miccia a cui, una volta esaurita, manca l’esplosione: ci sono Hogwarths trasformata in piazza di spaccio, bullismo e eco-vengeance, frizzi lazzi e orrori sotterranei a campo aperto ma, se da un lato tutti svolgono una loro egregia funzione, dall’altro stipati così senza costrutto dentro un unico zaino ne aprono il fondo e la leggerezza del groppone diventa solo superficialità. Pegg & Frost sono ottimi come loro solito, ma “separati” come in questo caso sublimano la trilogia del Cornetto in un miraggio. Arranca ma non stanca.

Parallelismi come ecologia-egologia e/o rito iniziatico collegiale da loggia illuminata e di lovecraftiano passaggio che la cavità ctonia riserva a chi la deflora parassitariamente (e qui i meno smemorati possono dedurre cosa fu ispirazionale per Adams e Poser) fanno subito nascere film e sua visione sotto il segno del diminutivo. La budinosa onda eco-teeny persegue l'amor vacui senza fermezza né dissennatezza, vizi né virtù, non abbastanza splatter né abbastanza demenziale, non abbastanza sgarbata né abbastanza teorica, non abbastanza politica né abbastanza anarchica. Insomma: non.