Scène d'escamotage - Corto (1898)

La Guy emula Méliès presentando un numero di illusionismo: una donna viene trasformata in scimmia, dopo di che scompare e ritorna. Di fatto una copia carbone dei lavori del più noto collega – i quali tuttavia possono vantare un protagonista-prestigiatore di ben più forti carisma e simpatia - tutto basato sulla tecnica dello stop-motion. Mediocre.

Un cortometraggio dal sapore decisamente "meliesiano" quello dell'autrice Alice Guy, che adotta il tema della sparizione e dello scambio di persona (con la variante della trasformazione in scimmia della coprotagonista). Tecnicamente curato (viene adottata la metodica della stop-motion), il corto non presenta la minima originalità e un minor gusto della messa in scena rispetto all'autore francese.

Il riferimento evidente è ai numeri illusionistici di Méliès: un mago fa scomparire e riapparire una dama, non senza averla - nel frattempo - trasformata in uno scimmione. Ma il ritmo è irrimediabilmente floscio (ben lontano dalla vorticosità del Maestro), l’inventiva nulla e perfino gli interpreti sembrano poco convinti. Una pellicola decisamente trascurabile.

Multiplo trucco (l'escamotage del titolo), ambientato nela medesima scenografia del precedente Chez le magnétiseur, del 1897. Siamo in piena imitazione di Méliès, ma mancano quel brio e quel tono che erano presenti anche nelle opere più fiacche del Maestro. Qui c'è ben poco di interessante, se non il fatto stesso della ripetizione di un canone.

Il trucco è lo stesso usato con grande sapienza dal geniale Méliès, ma quello che qui è differente è la verve dei protagonisti, decisamente sottotono. Forse è anche il nostro sguardo da spettatore abituato a opere simili e di altro livello a notare l'impietoso confronto, ma è sicuro che cercare di imitare un grande artista difficilmente porta gloria.