ATTENZIONE RESIDUI ADDENSAMENTI DI SPOILER DEVASTANTI...dettagli nebulosi? porca handycam, ma è proprio il loro essere così pedantemente particolareggiatissimi che mi ha esponenzialmente stretto il lazo cui mi teneva e che me lo rende servito fumante e profumoso su vassoio in platino. se mai c'è un overload quasi ingestibile (più per lo spettatore che per gli autori) di raccolta reperti e piani semantici che rischia di mandare nel pallone ma poi lo fa calciare esultando goal campioni del mondo!! (e la parola
mondo, dato il contesto....)
quel che mi ha sedotto maggiormente è proprio quanto a questo genere abbiamo sempre rimproverato: la totale assenza dell'autocompiacimento della coatta demolizione della quarta parete. il film ha una progressiva portata meta proprio perché non sta là a urlarti "
produci consuma meta! sbattiti fatti meta!", più si defila da quel punto di vista, e più pianta le tende nella tua credulità.
certo anch'io so che è solo un film ma restavo ammiratissimo nel ripetere "
siamo davvero al principio fondamentale dell'attanza: essere talmente finti da diventare super-reali!". e una simile conclusione me l'ha strappata proprio il suo prendere le distanze dal pov tecnico, abbracciando invece la pluralità di punti di vista umani intellettivi e culturali che mira a una complessiva oggettività dove tutti possono avere ragione come torto.
il paragone con discovery channel o focus paga proprio perché anche in essi le performances sono spesso dubbie e si gioca di retro-engineering (e, anvedi il paradosso, quelli sono documentari
veri!! XD). qui però l'assunto che rimarchi a DC viaggia in autoreverse: al mistero ci credi più che abbastanza proprio perché il big reveal parte dopo una dozzina scarsa di minuti e da lì procede a corrente alternata dando l'elettroshock sia in AC che in DC: ora sembra un caso di nera, ora sembra che sovrannaturale ci covi (e in alcuni punti le due cose ballano ebbre a braccetto) e tu là al gancio a trovare plausibili entrambe le opzioni, indeciso assieme al film che palleggia dall'una all'altra sponda senza radicarsi mai nell'una o nell'altra.
la parola
zombesco, per esplicitamente teratomorfi che siano gli inhumans, la prenderei con le pinze per i già esposti motivi (siamo insomma più dalle parti di un
rec quanto a entità/natura del danno). ma scontiamoli pure per redivivi, sai che c'è? che finalmente non sono più deliberata e studiata metafora o allegoria o sineddoche di un bel niente di niente di niente. semplicemente, è impazzato il totocaos più irrefrenabile e non c'è metadiscorso che riesca a interfacciarli. vuoi non esclamare
vivaddio?
se proprio vogliamo essere puntigliosi e trovargli un cavillo, sta proprio nel fatto che in un simile casino un poveretto così si sia salvato cavandosela con soli due tre morsi sulla mano e uno stress post-traumatico. ok, è un aspetto fondativo della sua possibile colpa che fa leva sull'intero assetto di ambiguità dell'opera, ma la domanda cui non viene mai nemmeno accennata risposta è: come diamine ha fatto a salvarsi avendo tra le mani una fotocamera analogica?? a colpi di flash? sarebbe un'idea anche bella (quando mai il cinema ha avuto zombi fotofobici? vedi mai che invece son vampiri?) ma lui stesso a una certa la stronca qualificandola un'arma inefficace sulla lunga distanza che non ha salvato la bambina.
l'implausibilità del plot ne è proprio il suo sistema linfatico - di più, è il plot stesso, ed è proprio questo il salto significante vincente (sempre dando per implicito l'humblecoding della mia opinione beninteso), la boccia che fa strike anche se lanciata sbilenca: questa implausibilità, proprio in quanto tale, viene continuamente contrastata e ridiscussa da chi vuole salazar colpevole no matter what, rilanciata invece da chi vede nel totale un uomo giusto nel posto sbagliato al momento sbagliato da scagionare oltre ogni irragionevole dubbio. questo cozzo fomenta il tunz-tunz del film, assieme a una scansione fatta al 90% di piani fissi (qui non si può non applaudire: film di questo genere usano come motore ritmico o stampella narrativa proprio i chasing, le imboscate repentine, gli spazi da percorrere o evitare, l'ostensione della putredine corporea - e tutti elementi che qui esperisci sensorialmente come ritmicamente grazie a un "semplice" patchwork di foto e disegni!! - dal movimento delle immagini alle immagini fisse che creano movimento, insomma dai un wow a 120 decibel concedimelo).
va detto, e qui la straccio, che a me questo film è letteralmente capitato. chiaro, sapevo che era un film (c'è un cast, ma poi ti scopro che metà è costituito da personaggi reali, e allora ditelo che...), ma non mi aspettavo un simile fakebusting dove una degradatissima realtà criminale e al contempo esoterica come quella messicana convergono in maniera così sagace (a tal pro, attenzione anche al cholo di carpenteriano memento accennato all'inzio, che trova poi il suo geniale alveo trionfale in quel finale con salazar reso eroe-martire proprio dal cartello - con quei graffiti di santificazione ove mitologema e metalogema fan tuttuno che non possono non rievocare, almeno per un attimo, il suggestivo melange di leggendaria superstizione e degrado urbano che anima
candyman).
magari se lo rivedi se ne riparla senz'altro. certo è che almeno a caldo nell'inflazionatissimo genere mi forma una bella tripletta di meta-cagotti con
antrum e
pooghepsie (di
lake mungo ho paonazza memoria - non ricordo neanche se l'ho davvero visto :D ;
megan is missing per me dritto e senza ripensamenti nell'umido coi guanti)
naturalmente se c'è all'ascolto qualche incauto che ci ha seguiti fin qui buscandosi le briscole degli spoileroni gedeoni è un film del quale caldeggio a 100 gradi la visione.
Ultima modifica: 17/12/21 11:43 da
Schramm