Sangue e arena - Film (1922)

Giovane valoroso diventa il miglior torero spagnolo, sposa una brava ragazza, ma viene concupito da una femme fatale. Il classico triangolo basato sulla bella coppia distrutta dalla diabolica riccona non offre particolari brividi, tanto più che - a parte l'esotica ambientazione spagnola - il film non offre momenti affascinanti o stimolanti dal punto di vista cinematografico. Il vero fulcro di tutto è invece lo straordinario carisma di Valentino, bello e intenso, capace di una notevole interpretazione basata su una spigliata fisicità.

Dal romanzo di Ibáñez, una trama basic (bravo giovane sposa brava giovinetta, poi entra in ballo una femmina fatale che fa perdere la testa al pollo) di grande successo all'epoca, datatissima vista oggi, anche per l'assenza di particolari guizzi di regia, né può certo conquistare l'esotismo molto di maniera o la recitazione enfatica degli attori, dato che sotto questi aspetti il remake del 1941 è più riuscito. Una cosa però resiste al passare del tempo: la bellezza androgina di Valentino, un mix contraddittorio di sensualità innocente e perversa che continua a fascinare lo sguardo.