(ULTRA BABY VINTAGE COLLECTION) L'unica nota positiva: la musica di Brian May, musicista australiano omonimo del chitarrista dei Queen, già vincitore di premi musicali. È una colonna sonora sinfonica non del tutto disprezzabile. Il resto è ben peggio: dalla sola idea di una coppia di coniugi assassini (sveliamo la soluzione perché il segreto non è più tale già dalla mezz'ora in poi) il regista Alex Mills ci ha fatto un film, condendolo con i peggiori luoghi comuni del thriller classico: il solito trauma (anche se non è spiegato), i soliti amorazzi tra teenager in calore, l'immancabile finale tragico, i tipici spargimenti di sangue da...Leggi tutto prodotto di serie Z (e cioè privi di un minimo di inventiva e attuati senza alcuna suspense che almeno prepari al delitto). Insomma, c'è davvero poco da salvare; giusto qualche bella canzone dei Vice suonata a una festa. Ma la cosa più tragica è il cast: ad eccezione forse di Christine Amor (è la preside Virginia) gli altri sono tutti rigidi e abbottonati in posizioni assurde, con protagoniste femminili che anche esteticamente lasciano a desiderare. Il doppiaggio italiano non aiuta, ma non è certo quello il vero problema... Da sottolineare la straordinaria lentezza con cui viene condotta la vicenda, senza alcun colpo di scena vero e ripetuti tentativi di cloroformizzare gli spettatori presenti in sala (quelli sul divano staran probabilmente già dormendo da un pezzo).
Un collegio femminile a istituzione cattolica è posto nelle vicinanze d'un liceo maschile: quindi, a parte i soliti scontri tra bande di bulli, tra alunni e fanciulle ne accadono di tutti i colori. Virginia, preside della scuola, ai danni del marito Myles Sheffield se la spassa con baldi giovinastri. Intanto un killer, alla luce lunare, compie mattanze. Incredibile lavoro diviso in due parti, tanto da apparire scritto/diretto/recitato da persone diverse. Un primo tempo inguardabile cede il posto ad una seconda parte tesa, fastidiosa, non splatter ma disturbante grazie al paranoico Leon Lissek.
MEMORABILE: Due studentesse s'intromettono nell'aula di scienze alla ricerca di indizi su un compito in classe: ma trovano un'arma grèzza e occhi, dita... umane.
Come slasher è veramente poco convincente: noioso, poco incisivo, il colpevole si individua dopo una decina di minuti. Circa a metà, poi, il film cambia pelle e l'identità ovvia dell'assassino viene rivelata. Nessuno shock, ovviamente, eccetto poi la trasformazione del film in una specie di thriller psicologico più efficace (anche se non ci voleva molto) della prima parte. Viene da chiedersi perché in fase di script non si sia optato per un thriller completo, visto che così com'è questo "Riflessi di sangue" non sa né di carne né di pesce.
Tardo ozploitation che si distingue più che altro come uno dei non numerosissimi slasher d'epoca provenienti dalla terra dei canguri; si potrebbe definire uno psycho-thriller, viste le motivazioni del killer armato di filo spinato (arma anomala ma interessante), che viene inspiegabilmente rivelato a nemmeno metà film donando un gusto diverso al tutto. Tolto l'effetto whodunit infatti, prevale la morbosità para-religiosa cara a certo cinema d'origine anglosassone, col contrasto tra peccato e devozione a far da sfondo alle vicende del collegio femminile. Riuscito a metà, pur potabile.
Tremendo thriller, dalla trama incomprensibile (la motivazione delle uccisioni?), con alcuni personaggi che escono di scena a metà film (i ragazzi poveri che si scontrano con quelli ricchi) e che mostra davvero pochi elementi di interesse. Girato nel 1990 ma con un'aria molto più vicina ai cosiddetti slasher degli anni 80. Prova del cast tutto sommato buona, ma il film è abbondantemente evitabile.
MEMORABILE: La collezione di dita e altri pezzi del corpo nel laboratorio del professore.
Fa bene, dopo una mezz’ora di misero corredo fatto di seni assortiti e pudico petting con lo slasher, a lasciare le redini alla coppia Leon Lissek/Helen Thomson: lui fa lo psicopatico a volte tenero a volte sinistro sfruttando benissimo una fisicità maldestra e scoordinata, lei l’altrettanto colpevole moglie che, tra perfidia e arrivismo, si rivela anche un po' ninfomane. I due fan qualche favilla ma è poco per poter però caldeggiarne la visione, perché il quadro generale resta povero di sostanza e gli omicidi sono filmati senza alcuna forza. Alterno.
Leon Lissek HA RECITATO ANCHE IN...
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Stavo rileggendo la recensione del Davinotti del film perché mi ricordo che l'ho visto anche se molto tempo fa. Pensa che io l'unica cosa che mi ricordo che mi aveva colpito era la colonna sonora, visto che amo molto la musica da film, di Brian May, che come dice bene il Davinotti non ha niente a che vedere con il chitarrista dei Queen ma è un musicista molto ben considerato e spesso scelto come compositore di colonne sonore horror in Australia, dove lavora. Volevo chiederti, Undying, come mai la ritieni così brutta, questa soundtrack. Secondo me ci stava, era bella Anni Ottanta.
Forse mi sono espresso in maniera superficiale: più che rifermi alla colonna sonora globale, volevo evidenziare il momento caratterizzato dall'esibizione di un complesso rock che suona (per dieci minuti abbondanti) durante un party organizzato per gli studenti.
Quella musica non si ascolta, ed è in quel contesto che alcuni protagonisti, si lamentano di quanto sia brutta e infatti uno, per ravvivare il party, versa ben 2 bottiglie di liquore nella bevanda che verrà distribuita al pubblico.
MusicheZender • 3/09/09 16:08 Capo scrivano - 49114 interventi
Leggo ora: in effetti, Undying, hai parlato di colonna sonora e io la ricordo come una buona colonna sonora del prode Brian-May-non-dei-Queen (poi come sempre, de gustibus). Se invece parli dell'esibizione del complesso rock proprio non la ricordo, purtroppo, ma posso facilmente immaginare sia una boiata di esibizione. Io lo ricordo come film davvero brutto, ma magari oggi rivedendolo, chissà...