La stessa Inghilterra di Non tutti ce l'hanno e di Blow Up di Antonioni, ma ripresa con l'occhio di Ken Loach. Storia di ordinaria sopravvivenza, ai limiti nei sobborghi inglesi, di una donna, dell'uomo con il quale vive e di quello che invece ama. Un ritratto vintage di "reietti" e della loro realtà, una realtà dalla quale la protagonista vorrebbe rifuggire e nella quale invece ripiomberà per forza maggiore. Amaro, realista, ottimamente diretto.
Ragazza londinese resta incinta del fidanzato ladro di gioielli. Ambiente suburbano col pub come perno esistenziale dove spendere i soldi del sussidio. La storia è un ritratto come tanti, di una donna che s’accontenta e accetta con mezzo sorriso la giovinezza che se ne va. Prima parte più ironica e morbida con le musiche di Donovan, diviene descrittiva con le varie incarcerazioni dei fidanzati e conclude poco originale in modo didascalico. Nelle fasi esterne si apprezzano i contorni di periferia e i costumi di un tempo.
MEMORABILE: L’arresto per strada; Sotto la cascata; I clienti al pub; Le foto senza pellicola; La discarica in fiamme.
Basato sull'omonimo romanzo di Nell Dunn, il film racconta la storia di una giovane madre e delle sue burrascose storie d'amore con avanzi di galera. C'è chi la amerà per davvero e chi invece arriverà anche a picchiarla. Ken Loach già nel 1967 aveva ben chiaro cosa rappresentare e come farlo. Tutte le difficoltà di una classe sociale e il contesto triste e depresso in cui essa vive vengono descritte con dovizia di particolari e con un'intensità unica, nel suo genere. Il ritratto finale è quello di una società soffocante pronta a stroncare sul nascere ogni ambizione.
MEMORABILE: La ricerca del bambino nella discarica; Le immagini dei giocatori del Fulham appese alla parete.
Una giovane madre, sposata ad un mascalzone che la maltratta, quando questi finisce in galera si mette con un amico del marito, gentile ed affettuoso con lei e con il bambino ma la parentesi serena sarà di breve durata... Primo lungometraggio di Loach che già mostra tutte le caratteristiche del suo cinema migliore: uno sguardo attento e partecipe alla condizioni delle classi più povere ed emarginate, senza edulcorazioni ma neppure pessimismo fatalista. Ottimi White e Stamp che, in assenza di sceneggiatura, improvvisarono sul set i dialoghi sulla base delle indicazioni del regista.
MEMORABILE: La ricerca del bambino in mezzo ai rifiuti del cantiere in abbandono; Nella sequenza finale, le considerazioni della protagonista sulla felicità.
Negli anfratti londinesi si trascinano esistenze che, seppur carenti dell’essenziale, prendono scorciatoie illegali pur di ottenere il superfluo. Ambienti laidi dove gli uomini sono tutti porci e ladri, ma le donne se li sposano comunque per poi lamentarsi di quanto lo siano mentre si danno lo smalto alle unghie dei piedi senza lavarseli, davvero convinte di meritare di meglio. Scarno e cinico, spontaneamente disordinato, sbeffeggiato da canzonette e chiromanti che rinfocolano le illusioni. Un film sulle speranze che non muoiono mai, tenacemente fiduciose al di là di ogni logica.
MEMORABILE: Il ladro David Fuller, curiosamente omonimo del serial killer londinese degli anni ’80; I finti fotografi guardoni; La vista di tetti e comignoli.
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DiscussioneDaniela • 21/08/20 21:52 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Nel cast manca Terence Stamp, secondo ruolo in ordine di importanza, quindi da inserire dopo quello della protagonista.
Malcolm McDowell non compare mai anche se il suo nome è citato nei titoli del film: secondo quanto riportato da wikipedia, era presente in alcune scene che furono poi tagliate in fase di montaggio.