Ex musicista depresso e cocainomane, trovato lavoro come portiere di un condominio, conosce una ricca signora ossessionata dalle crepe sui muri del suo appartamento... Titolo italiano e locandina possono trarre in inganno: anche se ascrivibile al genere commedia, il film di Salvadori, già regista di operine graziose ma non certo epocali, tratta temi serissimi come la depressione, la dipendenza, il vuoto esistenziale. Lo fa coniugando tenerezza ed ironia, facendoci amare i suoi personaggi, anche nelle loro manie, fino ad un finale commovente e dolcissimo.
MEMORABILE: "Anche quando dormo, sogno di essere sveglio"; "Se le piace abbaiare..."; la visita alla casa dell'infanzia.
Sulla carta io adoro questo tipo di film: una commedia tipicamente francese che doveva virare in dramma, con humour nero e magari anche qualcosa da dire. Il guaio è che questi elementi ci sono tutti, però la commedia non fa ridere, il dramma non coinvolge e manca di quella vitalità o guizzo di genio che contraddistinguono un buon film. Sembra quasi che il regista non sappia tenere le redini dell'insieme, che manca fortemente di integrità e rimane un miscuglio di situazioni buttate lì. Per quanto mi riguarda, una delle delusioni dell'anno.
Commedia dolceamara che mostra una buon approdo verso il lato più riflessivo del racconto, quello in cui vengono fuori le problematiche esistenziali e di solitudine dei protagonisti, celate dietro vari episodi, dalle crepe al cane, ben caratterizzati nel loro simbolismo. Peccato che il ritmo non sia eccelso e che alcuni passaggi siano tirati per le lunghe; l'assenza di musiche adeguate appesantisce in parte il godimento dell'opera, che per poco manca i tre pallini.
Ho il forte sospetto che il doppiaggio abbia avuto la sua parte di colpa (se possibile, lo guarderei in francese); nel dubbio, portiamo pure sul banco degli imputati una recitazione fiacca, credo più per una questione di aderenza alla sceneggiatura e alle indicazioni del regista, che altro. O almeno, questa è la sensazione. Fatto sta che la versione nostrana di Dans la cour manca di brio, tenta la via della brillantezza ma la sua anima resta moscia, come quella del protagonista, che pur lo conduce dai toni della commedia (a tratti surreale) al dramma cupo. Si attende la risata che esce solo a singhiozzo e finisce per spegnersi.
L'azione ruota intorno al cortile di un grande palazzo parigino, nel quale si svolgono storie di ordinario disagio, dalle nevrosi della proprietaria insoddisfatta della sua vita, alla depressione di un ex musicista vittima della cocaina; gli altri personaggi fanno da contorno con altrettante forme di fragilità. Commedia un po' troppo costruita e monocorde, anche se riesce a coinvolgere grazie a una sceneggiatura rodata, al mestiere della sempre fascinosa Deneuve e alla notevole prova di Kevern. Finale dolciastro e leggermente distonico.
MEMORABILE: La Deneuve e le crepe in un muro dell'appartamento; L'accondiscendenza perenne di Kevern; Il cane che si mangia il modellino.
Il titolo italiano fa presagire una commedia leggera e manda fuori strada. Si tratta infatti di una pellicola sul disagio psichico e sulla depressione, realizzata in modo assai realistico. La sceneggiatura descrive molto bene il microcosmo condominiale, popolato da personaggi il cui malessere cresce nel tempo, innescato (come per la protagonista femminile) da un evento banale. I due protagonisti (che a dispetto delle apparenze si completano reciprocamente sono magistralmente interpretati da Catherine Deneuve e Gustave Kermen.
Commedia molto amara che riesce ad affrontare la questione della depressione con un tatto notevole, segno di una buona sensibilità da parte degli autori. I due protagonisti sono in palla e la messa in scena delicata rende piacevole il film, che riesce a evitare ogni senso di eccessiva pesantezza, pur non perdendo di mira la serietà della questione e del soggetto. Non mancano un paio di scene in grado di portare al sorriso, vedi soprattutto quella del cane che mangia il modellino.
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DiscussioneDaniela • 20/10/14 09:01 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Ragazzi, prendete nota.... a mio parere, Salvadori qui fa un salto di qualità rispetto alle precedenti commedie sentimentali, pur simpatiche