Pene d'amor perdute - Film (2000)

Un film leggero, tratto da una commedia di Shakespeare ma con evidenti rimandi e palesi omaggi al classico musical americano. Ne esce un film strano, poco riuscito ma con alcune scene ben dirette ed (ovviamente) un bel po' di ottima musica. Certo che Branagh ha fatto di meglio...

Shakespeare e Cole Porter, due che di scrittura ne capivano... Branagh mette in musica una commedia minore con classiche schermaglie d'amor cortese, dame mascherate e intermezzi comici, affidati al fool di turno. Missione quasi riuscita: l'inventiva del regista è nota, la musica è bellissima, le coreografie anche. Gli attori mettono in scena autentica energia, più che tecnica (uno solo è un vero ballerino-cantante). La storia è così così e il doppiaggio italiano è probabilmente penalizzante. Buono.

Ancora sulle orme di Shakespeare il regista ed attore Kenneth Branagh, che come in As you like introduce elementi personali nella trasposizione cinematografica dell'opera. Anzitutto lo spostamento in avanti della vicenda (siamo alle soglie del secondo conflitto mondiale), quindi la prepotente introduzione dell'elemento musicale. Risultato altalenante: messa in scena di prim'ordine, con ottimi numeri cantati, sceneggiatura zoppicante e parte narrativa poco amalgamata con il resto. Bravi gli attori.

Branagh affronta nuovamente Shakespeare, ambientando la commedia nella prima metà del '900 e introducendo l'elemento musicale, per il quale si rifà ai numeri di Fred Astaire e ai film degli anni '50. Le premesse sono decisamente allettanti, ma il risultato finale non è armonioso e si rivela inferiore alla somma degli ingredienti. Buono il contributo dei comprimari, mentre la coppia di protagonisti Nivola-Silverstone non convince. La componente musicale, grazie all'ottima musica e alle coreografie curate, è la migliore.

Shakespeare e il musical non si sono mai capiti e/o amati, se si eccettua una fortunata versione de “La bisbetica domata” ad opera di Cole Porter e nota come Kiss me, Kate! Il bersaglio non lo centra neppure il talentuoso Branagh, la cui idea di abbinare a Pene d’amor perdute alcune delle pagine più belle del musical anni ’30 sarebbe anche attraente, ma con un risultato imbarazzante per la scarsa coesione d’insieme e per il nullo coinvolgimento emotivo. Niente da fare, Shakespeare e il musical proprio non si pigliano.