Passeggero 23 - Film (2018)

Dall'omonimo romanzo di successo di Sebastian Fitzek un thriller dallo spunto interessante trasposto tuttavia piattamente, in Italia oltretutto penalizzato da tagli arbitrari (oltre venti minuti!) che ne rendono parzialmente incomprensibile la trama. D'accordo che due ore per un film simile sarebbero state difficilmente digeribili dal pubblico televisivo di casa nostra, ma accorciarlo così significa per forza di cose rischiare di mozzare passaggi anche importanti ai fini di una corretta comprensione del tutto. Anche perché, come buona parte delle vicende tratte da romanzi (che già in partenza devono subire un'inevitabile lavoro di sintesi), non è facilmente sfrondabile...Leggi tutto senza penalizzarne il senso.

Protagonista è Martin Schwartz (Gregorowicz), che lavora come psicologo in polizia ed è chiamato sul Sirius, un transatlantico in partenza da Southampton per New York, dall'autrice (Winter) del best seller "Passeggero 23" (si noti la scelta metacinematografica). Sapendo che l'uomo ha perso moglie e figlio durante una crociera (suicidio-omicidio) gli fa notare che una bimba, Anouk (Ranft), ritrovata a bordo dopo quindici giorni che la si credeva scomparsa, aveva con sé l'orsacchiotto del figlio di lui. Purtroppo la piccola non è ancora in grado di parlare e risalire a cosa le sia accaduto pare impossibile. Frattanto sul Sirius si muovono anche una madre (Forestieri) con una figlia depressa (Müller) e una dottoressa (von Groote) che è pure la fidanzata del capitano, lo stesso che guidava la nave sulla quale morirono moglie e figlio di Martin.

Qualcosa di molto misterioso tra i tanti ponti e le cabine inoltre effettivamente c'è, perché da qualche parte è tenuta segregata la madre (Riedle) della piccola Anouk, con la quale un individuo che mai si vede comunica con lei (confinata sul fondo di una sorta di pozzo) sottoponendola via tablet a domande inquietanti. Perché? Lo scopriremo grazie alle indagini di Martin, che tuttavia non pare avere proprio la faccia del detective più brillante del mondo: immerso perdipiù in un clima generale sonnacchioso, non aiuta a sentirsi granché coinvolti nella vicenda. Eppure l'intreccio è studiato, prevede un paio di interessanti colpi di scena e l'ambientazione crocieristica - con riprese varie degli interni e suggestive panoramiche dall'alto - conferisce al film una certa originalità.

Il titolo fa riferimento (così spiega la scrittrice, forse il personaggio più curioso, purtroppo relegato ai margini) ai ventitré casi di sparizione che annualmente si verificano sulle navi e nei quali rientrano ovviamente i familiari del protagonista. Toccherà quindi interpretare i messaggi "in codice" di Anouk (scarabocchiati su una tavoletta grafica), capire cosa turbi la ragazza depressa (nonché come s'inserisca nella vicenda) e, sopra ogni cosa, se esiste una figura unica dietro a tante sparizioni, una sorta di serial killer viaggiatore. Facile da intuire la risposta, in attesa di un finale con sorpresa assai patetico. La realizzazione, nel complesso modesta, fallisce però soprattutto nel creare tensione, difetto capitale per un thriller e, almeno nella sua versione italiana, chiude male troppi passaggi lasciando aperto più di un interrogativo...

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