Niente sembra vero, in questo film. Tutto risulta forzato a partire dal rapporto dei quattro protagonisti, che non riescono mai a legare veramente. Oltre che nella sceneggiatura, la causa sta anche nella scelta dei quattro attori, che, a parte la spigliata Imogen Poots, aiutata anche dal personaggio, non riescono a stare assieme e a formare un vero gruppo come dovrebbero. La critica alla società, oltre a quella verso se stessi, risulta debole, superficiale, zeppa di luoghi comuni espressi male, che arrivano a infastidire. Nulla da salvare.
Dal romanzo di Nick Hornby. Quattro aspiranti suicidi in una piovosa notte di Capodanno si incontrano e si sostengono a vicenda, diventando amici, facendo un patto che prevede il posticipo delle intenzioni non prima di San Valentino. Trama che lascia più spazio all'ironia dei protagonisti che al risvolto drammatico, grazie soprattutto all'humor sottile di Brosnan e all'esuberanza della Poots (già con Aaron Paul in Need for speed). Film ironico (non manca qualche sporadico lampo di drammaticità) e gradevole che merita la visione, con un finale simpatico.
Aspiranti suicidi formano una sorta di club per aiutarsi reciprocamente nelle loro problematiche vite. Assunto originale per una commedia tratta da un testo dell’inglese Hornby. Il regista sceglie bene il cast e trova in Pierce Brosnan un bravo (ma non inaspettato) interprete brillante. La vera rivelazione è la deliziosa Imogen Poots. Peccato che il film pecchi nella scelta del registro narrativo che finisce per essere una combinazione male assemblata di toni brillanti e drammatici, con alcune divagazioni poco comprensibili e coinvolgenti.
Quattro persone, che nella notte di Capodanno si sono incontrate casualmente sulla cima di un edificio con il proposito di suicidarsi, stringono un patto: rinviare il momento fatale, ormai perduto, al prossimo San Valentino... Lo spunto curioso, l'origine letteraria del soggetto, il cast di rilievo e anche il nome del regista possono indurre alla visione di questa commedia dolce/amara che vorrebbe affrontare con leggerezza ed ironia temi pesanti come macigni. Missione fallita, dato che gronda ruffianeria da tutti i fotogrammi, al pari della colonna sonora. Trascurabile, a tratti irritante.
Quattro aspiranti suicidi si trovano contemporaneamente sul tetto di un grattacielo e si accordano per posticipare il tragico proposito dandosi una seconda possibilità. Poteva essere brillante o tragico, ma non è né l'uno né l'altro, a causa di una sceneggiatura sfocata e una caratterizzazione che sfiora il ridicolo, l'alternanza schizoide di situazioni tra drammi veri e letteratura sentimentale. Brosnan gigioneggia alquanto, gli altri arrancano. Snervante e modaiolo.
Tanto caustico, ironico e persino amaro è il romanzo di Hornby, quanto conciliante e buonista è la sua controparte cinematografica. I quattro protagonisti ce la mettono tutta, ma non entrano mai nel mood giusto per rendere le idiosincrasie che permeano e rendono umanissimi gli aspiranti suicidi dello scrittore inglese. Brosnan è, come spesso ultimamente, bollito e sul patetico andante, la Collette e la Pootsnon riescono a scalfire le sfaccettate increspature dei loro personaggi, si salva il buon Paul. Nel complesso un mediocre filmino da prime time.
Non ho letto l'omonimo libro di Hornby da cui è tratto e non esprimo paragoni in merito alla resa su schermo, ma nel complesso mi pare che, su pellicola, la grave tematica del suicidio venga trattata con eccessiva leggerezza. Il cast è mal assortito, l'atmosfera semiseria delle gag rasenta quasi i toni da episodio di Friends. Le storie dei singoli personaggi sono poco tratteggiate, il rapporto tra i quattro compagni di sventura non evolve, anzi si perde in battute vacue e dissonanti. Eviterei.
Commedia riuscita a metà. Lo spunto originale è interessante ma il cinismo della prima parte fa presto largo a una fiumana di buoni sentimenti, che non sempre sono in sintonia con lo spirito del libro di Hornby. Comunque la regia è buona e qui e là si sorride, tra qualche battutina sorniona e qualche altra più caustica. Bravo Brosnan, che traghetta un cast ispirato e affiatato, che riesce a sopperire le mancanze della sceneggiatura permettendo alla pellicola di restare gradevole. Non male.
Quattro mancati suicidi solidarizzano e a modo loro si sostengono. Lo spunto del testo di Hornby è originale e si presta a risvolti ironici, che però il film di Chaumeil non riesce a rendere efficaci. Si alternano storie di disperazione a momenti banalmente ridicoli, col risultato che si scherza sulle disgrazie umane in modo superficiale e fine a se stesso. Toni Collette tra tutti forse la più credibile.
Piacevole commedia drammatica su un gruppetto di aspiranti suicidi, basata su un soggetto semplice ma ben sceneggiato, che riesce a mantenersi brioso e scattante per quasi tutta la durata (seppur con grosso calo con la parentesi ospedaliera verso la fine) e a rendere simpatici quattro personaggi che poco sarebbe bastato a far scadere nella stucchevolezza (merito anche di un cast notevole). Fotografia a tratti un po' troppo artificiosa (si legga digitalizzata).
La formidabile intuizione del romanzo di Hornby dei quattro aspiranti suicidi, che si prendono un po’ di tempo per ripensarci e intanto sperimentano in modo diverso la vita, si annacqua scivolando a tratti nella commedia e a tratti nel dramma, rinunciando all’umorismo profondo originario. Ne vien fuori un mix mal amalgamato di spunti, sprofondato nei soliti triti cliché degli amiconi che si ritrovano tra un successo e una sconfitta. L’idea iniziale passa in secondo piano, e così scema presto l’attenzione dello spettatore. Scialbo.
Quattro aspiranti suicidi si ritrovano contemporaneamente sullo stesso tetto e con qualche parola riescono a evitare l'estremo gesto; subito dopo stringeranno uno stretto rapporto che sfocerà in una grande amicizia non priva di alti e bassi. Il tema trattato è molto forte, ma l'idea di contestualizzarlo all'interno di una commedia funziona e pur tra qualche alto e basso il film fila liscio e diverte. Il punto forte del film è sicuramente il cast, in primis con mr. Bond e Toni Colette. Nulla di eccezionale, ma è uno di quei film da rivedere.
Tratto dall'omonimo romanzo di Nick Hornby. Quattro persone, dopo un tentato suicidio, stringono un patto per cambiare le loro vite. Al netto delle enormi differenze col libro, il film ha pochissima verve e i personaggi risultano poco empatici. La pellicola è molto più introspettiva, purtroppo. Apprezzabile l'interpretazione del quartetto. Mediocre la colonna sonora.
Uno spreco di cast e di tempo. L'incontro dei quattro aspiranti suicidi è uno spunto discreto ma anche discretamente assurdo. Ma quello conta poco, il problema è che il film poggia su una quantità industriale di dialoghi che vorrebbero essere brillanti ma sono soporiferi e di battute uscite male. Anche la sequenze riflessive negli intermezzi dicono poco, non acquisiscono forza. Nel cast scompare la Colette in un personaggio insapore, anonimo Paul, mentre la Poots regala qualche sprazzo. Tagline: non vedi l'ora che finisca.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare la registrazione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.