Gruppo di italiani di ogni zona della penisola rinchiusi in un campo di prigionia USA in attesa della liberazione, tra ricordi del passato prebellico e nostalgia del Belpaese lontano. Il neorealismo non c'entra granché in questa pellicola di Francisci, che mira solo a far scendere la lacrimuccia ad un pubblico in vena di emozionarsi ascoltando canzoni popolari del periodo. Certo, il cast da solo vale almeno una visione...
MEMORABILE: Il De Sica incallito giocatore di poker in perenne bolletta dell'episodio napoletano.
Un film sicuramente più difficile da capire oggi rispetto all'epoca in cui è stato girato, ma grazie al cast rimane comunque una commedia efficace, con una spruzzata di neorealismo (alla sceneggiatura e, non accreditato, alla regia collabora anche De Sica). Il cast è ottimo, in particolare il quartetto Fabrizi/Peppino/De Sica/Campanini, mentre stonano un po' le varie canzoni inserite forzatamente. I primi due episodi sono molto divertenti comunque; irriconoscibile Adolfo Celi sergente americano.
In seguito pioniere del peplum, Francisci esordisce con una commedia neorealista dalla struttura a flashback per ricordare il dramma bellico e celebrare la solidarietà e l'unità tra gli italiani. Nonostante i vincoli imposti dagli stereotipi e dalle inflessioni regionali - è il punto debole della sceneggiatura - il cast è eccellente in ogni fila: dal marito Fabrizi vessato dalla moglie-padrona Ninchi al finto cattivone Celi, dal nobile squattrinato De Sica all'umanissimo cappellano Campanini. Mario Bava è direttore della fotografia, e si vede. **!/***
MEMORABILE: L'episodio con Fabrizi che, fingendosi scapolo e senza figli, tenta di corteggiare la torinese Carmi.
La commedia si fonda sui flashback di alcuni internati italiani in un campo di prigionia californiano, raccordato da scenette comiche. Gli episodi non sono di freschezza memorabile e mirano con il regionalismo ad "accalappiare" pubblico da ogni angolo dello stivale. Tra tanti dialetti spesso battuti è piacevole e non comune sentire declamare con disinvoltura la cadenza della città della lanterna. Il cast è ottimo e abbastanza efficace, in particolare Campanini, ma notevole (anche se un po’ troppo isterico), Adolfo Celi.
Dopo la firma dell'Armistizio, alcuni soldati italiani rinchiusi in un campo di prigionia in California si apprestano a festeggiare il Natale raccontandosi l'un l'altro alcuni episodi della loro vita... All'insegna del motto "italiani brava gente", una collezione di scenette più o meno riuscite incastonate in un contesto che si risolve in una galleria dei più scontati stereotipi regionali mentre la riflessione sulla guerra non va oltre la constatazione che è una brutta cosa. Sprecato il ricco cast, anche se alcuni interpreti riescono comunque a ritagliarsi buoni momenti.
MEMORABILE: Nell'episodio romano, Fabrizi al parco finge che i ragazzini non siano suoi figli per poter corteggiare una bella turista.
Prima di diventare l'inventore del peplum, Pietro Francisci si diletta in questa commedia a episodi che finge un'ambientazione californiana e mette in campo alcuni dei nostri maggiori talenti del periodo, tra i quali anche Vittorio De Sica che al solito è più di un semplice attore, assieme a Fabrizi, De Filippo, Girotti. Senza infamia e senza lode: il prodotto è confezionato bene, ma è freddo e un po' meccanico.
Pietro Francisci HA DIRETTO ANCHE...
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DiscussioneNeapolis • 7/05/16 00:06 Call center Davinotti - 3286 interventi
Al minuto 73' 20'' è presente una seducente e pudica scena di seno nudo in gondola dell'attrice Olga Villi abbastanza inusuale per i film dell'epoca.