Mr Hublot - Corto (2013)

Ironico e curatissimo corto di ambientazione fantascientifica. Siamo evidentemente in una società postindustriale, ma con arredi e linee da tardo '800 primi '900. È la breve storia di affetto tra un cane macchina e un essere maniaco dell'ordine (ma neanche tanto). Delizioso il colpo di scena finale, da seguire anche nei titoli di coda. Notevole sfoggio di fantasia e cura dei dettagli.

Hublot è un omino precisino e maniacale che vive e lavora in solitudine nella sua ordinatissima mansarda. Un giorno, impietosito dall'abbaiare di un cucciolo abbandonato sul marciapiede di fronte al suo palazzo, lo prende con sé ma il cagnolino poi diventa grande, molto grande... Delizioso corto animato con un particolare stile tecno/retrò: Hublot e il suo cane sono robot, la mansarda è piena di gadget fantasiosi, la città è un intrigo di congegni popolato da buffe creature meccaniche.

Un ingranaggio che fa saltare una vita meccanica e monotona: il classico cagnolino, tutt'altro che classico visto che cresce rischiosamente a dismisura. Grazioso corto d'animazione, ambientato in un universo robottizzato, in un gradevole mélange di futuribile antiquariato. Davvero pregevole la cura estetica dell'ambientazione, e toccante la narrazione che ci conduce dalla glaciale uniformità esistenziale di Mr Hublot a una rinascita tenerona e sentimentale. Per tutti, ma - con una marcia in più - per gli amanti degli animali da compagnia.

Il simpatico robot, Mr Hublot vive una vita all’insegna dell’ordine e della metodicità, finché un cucciolo (anch’esso meccanico) porterà l’imprevedibilitá nella sua vita. Riuscito cortometraggio francese, si fa apprezzare al di là della storia per l’originale caratterizzazione degli ambienti e lo stile che combina fantascienza e retrò. Ha il pregio di creare un contesto estremamente affascinante nel quale fare muovere i personaggi. Da vedere.

Cosa può curare, o almeno mitigare, il comportamento ossessivo compulsivo di un singolare personaggio? Una variabile impazzita rispetto al suo mondo ripetitivo fino alla nausea. Visivamente interessante, questo corto funziona pur non avendo particolari lampi di genio. Merito del protagonista, che con le sue azioni riesce a mantenere vivo l'interesse dello spettatore conducendolo all'epilogo, giusta conseguenza della sua metamorfosi.