Nuda è arrivata la straniera - Film (1989)

La famosa stilista Tracy Foster (la Axa) fa una rivelazione: non è americana ma italiana e il suo vero nome è Patrizia Dini. Il film ripercorre le motivazioni che hanno indotto l'ex ballerina ad appropriarsi del nome di un'amica, uccisa da un violentatore, e alla lunga e sofferta storia d'amore con il fotografo Franco (Angel Frank). Primo di un'infinita serie d'erotici girati da Onorati, al pari di Massaccesi autore che si è profuso in erotici e porno di bassa caratura. Noioso e povero, a causa delle lunghe scene di ballo e del montaggio sgangherato. Erotismo zero.

Per i tre quarti la pellicola è godibile (pregna di nudi femminili e maschili), con quel sottofondo sonoro tipico delle sale a luci rosse, poi vira in un finale sporco e volgare, sulla falsariga di Baise moi (scopami). La protagonista è una stilista di grido che per arrivare al successo è dovuta passare per vari letti, ma c'è spazio anche per una storia d'amore. Chi volesse insertarlo con l'hard troverebbe la strada spianata: sembra infatti volutamente girato a quello scopo. Una produzione internazionale all'insegna della passione carnale in cui il sesso è una pedina di scambio.

Scaltra quanto scalcinata operazione di patwork di pellicole erotiche (Abat jour, da cui si preleva la scena della fellatio "ombrosa", e Manhattan gigolo, dal quale si estrapolano le scene ambientate in America) mescolate con girato erotico, in cui appare anche (non accreditato!) Venantini. Il montaggio fatica a tenere insieme i pezzi e la sensazione di sballottamento è tangibile. La sostanza è davvero poca, nonostante si tenti di svicolare dagli schemi del solito softcore: persino nelle scene erotiche ci si annoia a morte. Immarcescibili le frizzanti musiche di Jay Horus.