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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

A volte ci si imbatte in thriller dal sapore televisivo le cui storie sono architettate sorprendentemente meglio del previsto e meriterebbero miglior sorte. E' il caso di questo TWIST OF FATE, che dalle prime scene si direbbe l'ennesimo riciclaggio senza speranze: c'è un serial killer (Mulkey), il Lennox di uno dei titoli italiani, che avvicina giovani donne per ucciderle seguendo un preciso modus oprerandi. Lo vediamo in faccia da subito, il che elimina ogni tentazione di whodunit, e capiamo che ci sa fare. Eppure qualche errore lo commette perché - e qui sta il primo colpo di scena - la polizia l'acciuffa proprio quando è sul punto di far fuori una nuova ragazza....Leggi tutto Fin troppo facile, vero, ma presto l'avvocatessa (Amick) che sogna in prima persona di vederlo marcire in galera, dal momento che una delle vittime era la sua migliore amica, si accorge che le prove per condannarlo sono assai scarse. E la giuria, presieduta da un professore di chimica (Dinsmore) che se la fa con la sua assistente universitaria (Slone) all'insaputa della moglie, si vede costretta ad assolverlo per mancanza di prove. Sembrerebbe tutto finito, ma l'attenzione si sposta - pur non distogliendola dalla bella avvocatessa - proprio sul professore, a cui salta in testa un'dea balzana che rimetterà tutto in ballo. E' qui che il copione mostra di sapersi reinventare trasformando l'astuto killer in una sorta di Hannibal Lecter “vegetariano” (non a caso doppiato dal superbo Roberto Pedicini, l'insinuante voce italiana di Kevin Spacey), chiamato ad esibire in più occasioni la sua arguzia. Perché la seconda parte si apre a “scambi di favori” inaspettati con abbondanza di false prove accumulate, vendette incrociate e interessanti giochi mentali. Dispiace per la confezione modesta (fotografia scialba, regia anonima, musiche insignificanti...): non rende giustizia a un thriller giudiziario costruito intelligentemente e che incuriosisce fino alla conclusione. La Amick protagonista, con taglio corto di capelli e sguardo un po' troppo sperduto, non convince granché: dobvrebbe mostrare più carattere, considerato il coinvolgimento in prima persona nel caso. Meglio di lei fa infatti l'avvocato difensore (Anvar) del killer, tipicamente perseguitato dall'idea di favorire la liberazione di chi viene da molti giudicato il certo colpevole dei delitti. Fermo, deciso nei suoi propositi, non dice mai una parola fuori posto; fa parte di caratterizzazioni nel complesso molto stereotipate, ma svolge bene il compito; così come il poliziotto (Jordan) che spalleggia la protagonista. Se si chiuderà un occhio sulle apparenze da film di scarse pretese (il formato televisivo non aiuta) concentrandosi sulla storia, ci si potrà anche appassionare. A patto di sorvolare anche su di una trama che nell'ultima parte comincia a farsi confusa perdendo non poco in coerenza e logicità.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/07/21 DAL DAVINOTTI
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Ira72 20/10/21 14:00 - 1305 commenti

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Un thriller che si lascia guardare senza troppe pretese, comunque non noioso (ma nemmeno eclatante). La confezione, tipicamente anni 90 e i pochi mezzi, peraltro, non aiutano, dando sin da subito la sensazione del B movie. Però. Se da un lato l’incipit parrebbe generare la solita pellicola con la figura del serial killer trita e ritrita, dall’altro si sviluppa invece una trama più accurata del previsto. Si perdonano diverse forzature qua e là proprio per il twist conferito alla sceneggiatura. Interpretazioni nella media, doppiaggio iconico di Mulkey.

Anthonyvm 16/10/22 00:27 - 5615 commenti

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Thriller di serie B più che onesto, tenuto conto delle limitazioni para-televisive "di default". Il plot rivela una buona conformazione, facendo avanzare parallelamente due vicende criminose (processo a un serial killer misogino da una parte, pianificazione di un delitto perfetto à la Colombo dall'altra) e trovando il giusto escamotage per incrociarle in una seconda metà movimentata (interessante la tranche giudiziaria che ribalta in negativo la sinossi de La parola ai giurati). Qualche dettaglio derivativo (il carisma lecteriano dell'omicida) e pecche di regia si possono perdonare.
MEMORABILE: Il modus operandi del killer (fiori stordenti, cloroformio e annegamento nella vasca); La strafottenza di Mulkey; I souvenir nascosti; La prova video.

Caesars 16/01/23 11:36 - 3773 commenti

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La confezione pare quella di un prodotto destinato alla televisione, con interpretazioni modeste e realizzazione piatta. La trama ha alcune cose interessanti, ma ci sono davvero tante forzature che fanno perdere credibilità a quanto accade sullo schermo. Il personaggio del serial killer presenta qualche analogia, soprattutto quando è dietro le sbarre, col ben più riuscito Hannibal Lecter. Il film ha comunque il merito di lasciarsi seguire con un certo interesse, senza annoiare mai.

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