Piacevolissima sorpresa questo giallo firmato da Ray Lawrence: una psicologa scompare nel nulla e sul caso indaga un detective, che si troverà così coinvolto nelle vicende di alcune persone che gravitavano attorno alla donna. Quello che genera maggior interesse nella pellicola è proprio l'analisi dei rapporti che ci sono tra i vari personaggi e l'atmosfera che si respira, più ancora della spiegazione del mistero. Prodotto non banale che merita sicuramente di essere conosciuto.
Inizia come un giallo, in realtà si sviluppa più come Grand Canyon. Finale che sembra tendere al mieloso e invece è perfetto. Il film è ottimamente girato e interpretato (su tutti un bravissimo Anthony LaPaglia e un ottimo Geoffrey Rush). Da vedere (merita proprio), se possibile, in originale con i sottotitoli: l'accento australiano è alquanto ostico.
Incomunicabilità, indifferenza, menzogne, sospetti soffocano e avvelenano le vite di vari personaggi, tutti in qualche modo coinvolti, o almeno sfiorati, dal mistero della scomparsa di una psichiatra. La verità che il detective Leon (un ottimo LaPaglia) scopre è incredibilmente triste, ma il finale (la bellissima scena del ballo) suggerisce che la fiducia e l'amore possono, forse, sopravvivere all'ineluttabilità del Male.
MEMORABILE: Il crescendo drammatico dell'ultima serata della psichiatra Valerie.
Un bel thriller, meglio di quello che aspettavo. Procede con lentezza ma non annoia anzi, cresce poco alla volta catturando lo spettatore, immergendolo nell'intrecciarsi delle storie dei vari personaggi. Lascia intendere delle cose per poi mescolare le carte e cambiare i fatti. Buon film.
È sorprendente quanto si possa ancora parlare sul tema dell'incomunicabilità. Come per la pianta citata nel titolo, un'apparenza vivace e colorata (che parrebbe più adatta ad un telefilm che ad un film) nasconde un groviglio aspro e spinoso, fatto di tradimenti, segreti, menzogne, colpe inconfessabili. In mezzo ad un cast variegato e ben scelto, La Paglia spicca come un novello Jeffrey Beaumont (ma privo di innocenza) alla ricerca di uno spiraglio di luce per sfuggire al dramma del male nell'esistenza umana.
Attorno al mistero della sparizione di una giovane donna, si dipana l'altrettanto fitto mistero delle relazioni umane, della loro capricciosa fluidità o smarrita staticità. Ed è su queste che si innesta pian piano il più genuino coinvolgimento, in una vicenda che se ha nel suo nucleo un "giallo", è tuttavia nella sua materia "drammatica" (corretta, anche se non scontata, l'attribuzione di genere) che trova non solo la sua definizione, ma anche il grosso della suspense. Regia e script duettano succosamente, con il supporto di attori in forma.
Un centro con tanti raggi (le persone) che vanno a formare un cerchio che tutti coinvolge. Le vite dei personaggi all'interno del piccolo mondo del cerchio (rappresentativo di un mondo più grande) finiscono per incontrarsi, per intrecciarsi e per svelare le parti più nascoste di essi, le più "sordide" ma anche le più umane. Notevole, ben diretto e ben interpretato, con una sceneggiatura ben costruita che invita a seguire con interesse, rendendo sempre più comprensibile il coinvolgimento dei personaggi: tutti essenziali, nessuno innocente.
Attorno alla scomparsa di una psicologa di successo, del cui probabile omicidio viene sospettato il marito, si dipanano le storie di alcuni personaggi, tutti alle prese con problemi sentimental/familiari, a cominciare dal detective che indaga sul caso... un film australiano che, partendo da uno spunto tipicamente thriller, abbandona ben presto le strade battute per farsi affresco di un malessere esistenziale di cui il tradimento è spia e non causa, fino ad un finale che saggiamente lascia conti in sospeso. Eccellente la prova corale del cast, con LaPaglia e Rush sugli scudi.
Ogni uomo è un'isola, solo con sé stesso e con i propri fallimenti. Ad individuare inaspettate connessioni tra individui atomizzati, la misteriosa scomparsa di una psicologa di successo, reduce da un profondo trauma privato e divorata dal timore di un tradimento omoerotico. Non ingannino gli sparuti richiami ambientali alla circolare viscosità di Strade perdute: il giallo di Lawrence è un noir dell'anima, proscenio in penombra di penultimi i cui segreti inconfessabili si sono sostituiti alla vita vera. Imperfetto e a tratti televisivo, ma con qualcosa di tremendamente magnetico.
MEMORABILE: Il tarlo del dubbio comincia ad insinuarsi nella mente della psicologa (Hershey); Ballo tra moglie (Armstrong) e amante (Blake).
Nelle notti australiane della periferia di Sydney le storie di alcune persone si incrociano e finiscono per dare vita a una serie di eventi di cui non potranno controllare la portata. Affascinante film a metà strada tra il thriller e il drammatico che non racconta soltanto dell'essere umano e dei labirinti della mente, ma anche dell'impossibilità di riuscire a essere sinceri e di quanto questo porti alla distruzione delle relazioni. I personaggi vengono approfonditi adeguatamente e possiamo godere delle eccezionali interpretazioni di Anthony La Paglia e Rachael Blake.
MEMORABILE: Lo scontro fortuito durante il jogging; Le sedute di psicoterapia.
Pregevole dramma/thriller poco conosciuto in Italia in cui più linee narrative convergono disegnando una società medioborghese la cui assoluta mancanza di difetti è una facciata dietro cui si nascondono solitudini, nevrosi e tradimenti. La lantana del titolo è un genere di pianta in cui viene ritrovato il cadavere di una psicologa. Da qui il giallo sulla sua morte e il lento, ma mai noioso, emergere della vera natura di ogni singolo personaggio.
Le "contaminazioni sentimentali" minano l'aspetto investigativo e giallo della vicenda. Storie di amore etero e omo, di cose non dette da un lato, la misteriosa sparizione di una donna dall'altro. La scena finale è emblematica di un linguaggio filmico che strizza l'occhio alla telenovela, pur cavalcando con una certa efficacia i rapporti di coppia e analizzando bene la psiche umana. Le fate ignoranti sono sempre esistite, come del resto l'ipocrisia, che sottintende a tantissimi rapporti di coppia. Le emozioni represse portano sempre a ineluttabili conseguenze.
Ray Lawrence ci porta nei sobborghi di Sydney mostrando una serie di storie familiari che si intrecciano in una sorta di mistero che uno dei protagonisti, il detective interpretato da LaPaglia, deve cercare di risolvere. A una buona regia si associa una sceneggiatura ben scritta, che fa delle scene romantiche e drammatiche il suo punto forte. Il realismo c'è, soprattutto nella psicologia dei personaggi e nelle loro relazioni personali, nonostante il film si inserisca in quel filone narrativo di storie intrecciate che confluiscono in un'unica direzione molto in voga in quegli anni.
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CuriositàDaniela • 21/11/16 11:07 Gran Burattinaio - 5937 interventi
Il soggetto del film è tratto dall'opera teatrale "Speaking In Tongues" di Andrew Bovell,
La lantana del titolo originale, rimasto immutato per la versione doppiata, è una pianta appartenente alla famiglia delle verbenacee, originaria dell’America e dell’Africa, ma coltivata anche in Europa per scopi ornamentali.