Ladies & gentlemen - Film (1984)

Ladies & gentlemen

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La nostra recensione di Ladies & gentlemen

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Comincia un po' come SOGNI MOSTRUOSAMENTE PROIBITI, questa piccola commedia simil-impiegatizia, con Catello Coppola (Micheli) sulle orme del Paolo Coniglio di Villaggio: qui però il nostro non sogna una bella dei fumetti ma semplicemente il successo, e si immagina idolatrato da colleghi e capufficio per aver realizzato un'intervista impossibile. Tornato alla dura realtà si ritrova giornalista de “Il colombo” a fare i soliti servizi che nessuno legge in attesa di uno scoop che pare non arrivare mai. Se non altro si consola conoscendo la bella Carlotta (Pieroni), sexy doppiatrice che pare davvero...Leggi tutto credere in lui. All'albergo di lusso che frequenta in caccia di nuovi colpi passa invece il tempo coll'anziano Paolino (Belletti), l'addetto alle toilette che colleziona le foto dei divi passati in quei bagni e che poco dopo muore. Sarà proprio lui – seguendo un'impronta quasi favolistica già sperimentata nell'episodio di Montesano in CULO E CAMICIA – a suggerirgli in versione fantasma i colpi giornalistici da fare anticipandogli di ventiquattro ore arresti, attentati e quant'altro. Glieli lascia scritti sulle pareti delle toilette fuori casa nelle quali Catello sarà costretto a entrare quando sentirà sommovimenti di pancia! Una trovata bizzarra e che naturalmente cambierà la vita del protagonista, d'improvviso invidiato dai colleghi (Lopez, Scarpa...) e ammirato dal caporedattore (Maranzana). Una fiaba moderna che sa per l'appunto di derivativo, che prende spunti un po' qua e un po' là per mettere insieme una storiella brillante che tuttavia la scipita sceneggiatura spegne sul nascere. Lo stesso Micheli, promosso a protagonista, sembra non crederci e con aria rassegnata e disillusa si trascina sul set svogliatamente, incapace di trovare un guizzo che regali un po' di vivacità al tutto. Ci prova ad aiutarlo la trafila sterminata di noti caratteristi che lo affiancano, ma anche a loro sono riservati ruoli infelici, banali e privati di battute che possano incrementare il grado di spiritosaggine del tutto. Tanto vale soffermarsi ad osservare i diversi (talvolta provocanti) look sfoggiati dalla Pieroni, qui unica vera partner di Micheli invidiata dalla bruttina che in ufficio mostrava anche prima del successo un forte interesse per lui. Individuato l'espediente buffo della comunicazione via toilette dal quale si ricava il titolo, come si evince da un'immagine prima dei titoli di coda (ladies and gentleman sono le targhe che dividono il bagno degli uomini da quello delle donne), si procede sviluppandola senza idee semplicemente mantenendo un garbo e una misura cui contribuisce indubbiamente il profilo basso tenuto da Micheli, mai sguaiato, irritato o sopra le righe. E' da stabilire se tuttavia in un film del genere sia questa da considerarsi davvero una qualità... Di routine la colonna sonora di Mauro Pagani, da agghiacciante riempitivo alcune veloci scene di passaggio (Marescotti gay che rimorchia il protagonista a casa, Maranzana che spiega come combattere il singhiozzo...). Una commedia che si vorrebbe un po' lunare ma che risulta semmai simpatica proprio perché teneramente maldestra.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/04/22 DAL BENEMERITO PANZA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 8/04/22
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Panza 2/04/22 11:59 - 1940 commenti

I gusti di Panza

E' la solita vicenda dell'impiegato bistrattato e in cerca di successo che cerca di emergere e trova, insapettamente, un supporto (in questo caso soprannaturale). Più che la storia, assai risaputa, sono divertenti le gag surreali di cui è partecipe Maurizio Micheli, protagonista poco carismatico, tanto che in molte scene rendono di più gli attori secondari. La Pieroni fa la bella statuina e non funziona nemmeno come femme fatale, ma per fortuna appare poco, tanto è irrilevante per lo svolgersi della vicenda. Nonostante i molti difetti, resta una commedia abbastanza godibile.

Reeves 8/01/24 08:39 - 3080 commenti

I gusti di Reeves

Una specie di Fantozzi affidato a Maurizio Micheli che tiene bene la parte dell'impiegato (in questo caso redattore di un quotidiano) che deve sopportare di tutto da direttore (un ottimo Maranzana) e colleghi più o meno carogne. Si nota l'origine teatrale del testo, ma si sorride spesso e volentieri e anche la Pieroni, probabilmente inserita per la fama che all'epoca aveva, riesce comunque a essere credibile.

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