Sufficiente film d’avventura dai colori pastosi, che si avvantaggia di una certa sveltezza nell’azione e di tocchi umoristici conferiti dal gruppo di saltimbanchi guidato da Luciano Pigozzi. Il sogghignante Mark Damon si chiama Ivanhoe e combatte nell’Inghilterra normanna, ma le possibili analogie con il romanzo di Walter Scott si fermano qui. Scritto da Piero Regnoli.
MEMORABILE: Karis ipnotizza il famelico Pazzafini, convincendolo che due piccoli uccelli siano in realtà un grosso arrosto.
Film avventuroso per ragazzi (quelli dell'epoca), talora decoroso per la messa in scena, talora insufficiente per banalità o assurdità. La trama, di pura fantasia, conserva nomi storici (i re Enrico e Stefano), ma àltera i casati. Mark Damon (nel ruolo di Ivanohe) sorride sempre, la Nell – in un ruolo casto – è legnosa ma burrosissima. Ci sono Pigozzi e la Sini. Il doppiaggio di Cigoli, ovviamente, è portentoso pure qui.
Ci si aspetta il peggio, ma il peggio non arriva mai. La dignità è sorprendentemente salvaguardata da una messa in scena di buon mestiere benché sostanzialmente puerile: questo lo scotto da pagare quando si maneggia materiale leggendario estraneo alla nostra sensibilità (e alle nostre tasche: il paesaggio profuma di campagna romana). Damon è credibile come un centurione col cellulare; simpatico il resto del cast, almeno per i cultori del cinema di genere.
Non incantevole ma suggestivo. Buone scelte gli attori, in particolare Pazzafini per l'uso dei bastoni come arma e Karis come mago, ma Dávila è imbattibile nel ruolo dell'usurpatore, sia come sguardo che come decorazioni. Per chi conosce il misto di storia e leggenda di Crociate e Tavola Rotonda, il film è una ruota intermedia del carro, ma se si aggiungono i tradimenti anche nell'ambito femminile, tesi a un arrampicamento sociale e per di più la guida muta, ecco che il medesimo si porta perfino a un buon livello.
MEMORABILE: Il trucco della botta in testa di Pigozzi; La sfida ai bastoni fra Damon e Pazzafini; La rappresentazione teatrale nel castello.
Prendendo a pretesto la leggendaria figura di Ivanhoe, Regnoli e Mauri allestiscono uno degli ultimi scampoli dell'avventuroso nostrano per famiglie, grondante di assurdità dal punto di vista narrativo ma condotto con discreto ritmo e canonicamente fedele a tutti gli stilemi del genere dalla prima all'ultima scena. Le location caserecce, che ovviamente non hanno nulla di inglese, sono comunque discretamente sfruttate e ben fotografate. Inattendibile Mark Danon ma buone le caratterizzazioni di Davila e Pazzafini. Bel comparto femminile con la Nell e la sconosciuta Aveline Frederica.
MEMORABILE: Ivanhoe salvato dall'impiccagione; La ricerca della spada nella grotta.
Roberto Mauri HA DIRETTO ANCHE...
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Questo invece potrebbe essere Stefano Oppedisano? Purtroppo mi sono perso i titoli di testa e non so se compaia nel cast, ma il naso sembrerebbe il suo:
Ok. Anche Imbrò sarebbe da identificare...
B. Legnani ebbe a dire: Grazie!
Per quanto somigli, non dovrebbe essere Oppedisano. Il secondo CSC accreditato è Gaetano Imbrò.
Film prodotto contemporaneamente a L'arciere di fuoco, con il quale condivise location, costumi eccetera. Molte, peraltro, le somiglianze. Fonte: Roberto Mauri a Stracult, 2010. Due fotogrammi iniziali a confronto, con richiamo, infatti, al dodicesimo secolo: [img size=424]https://i.postimg.cc/vTXjFfvq/maurij.jpg[/img]
se intendi dire la Nell in un ruolo casto, perchè una volta tanto non vediamo le sue grazie ok, ma dal punto di vista spirituale il suo ruolo è tutt'altro che casto!!! ;-)
se intendi dire la Nell in un ruolo casto, perchè una volta tanto non vediamo le sue grazie ok, ma dal punto di vista spirituale il suo ruolo è tutt'altro che casto!!! ;-)