L'ombra dell'antecedente (e inarrivabile) Riso amaro si scorge nell'unione tra lavoro delle mondine, passioni, trame e delitti; tuttavia Matarazzo non si smentisce e confeziona il suo solito mélo amaro con trionfo di buoni sentimenti e abnegazione, sebbene l'intensità di Catene sia molto lontana e il realismo dell'ambientazione nelle risaie novaresi si scontri con la sgargiante artificialità del Technicolor. Per gli attori: di lucente e raffinata bellezza la Martinelli, sobrio Lulli, indomito Battaglia.
L'intento di Matarazzo è sempre quello di cercare la storia lacrimevole, ma qui il soggetto consente di fornire il quadro sociologico di un'epoca, reso ancora più realistico dal colore del cinemascope e dalle numerose comparse come mondine che danno il quadro delle loro precarie condizioni di vita. I sentimenti sia d'amore che familiari abbondano, la trama è condotta con una buona esposizione, ma si arriva alla conclusione in modo frettoloso, anche se adeguatamente emotivo. ***
MEMORABILE: "La solitudine è una brutta malattia, ma basta essere in due e si guarisce subito".
E' ovvio che il riferimento è Riso amaro, capolavoro neorealista popolare di pochi anni antecedente. E' altrettanto ovvio che la mannequin Elsa Martinelli ha un fisico decisamente diverso da quello delle mondine. Però Raffaello Matarazzo sa come sempre costruire una storia che coinvolge e che esalta i sentimenti, coadiuvati da un Folco Lulli veramente molto bravo e credibile.
Il vedere la Martinelli come mondina fa già capire che occorre attendersi una trama più che inverosimile. Detto questo, che è il limite più forte del film, restano le importanti testimonianze di un'attività (e del suo ambiente) la cui scomparsa è già lontana, una capacità registica notevole, una protagonista spettacolare. Lulli ha faccia ed espressioni giuste, ma stavolta la voce di Cigoli non dà qualcosa in più: anzi lo toglie, dando toni troppo sacrali ad alcuni momenti. Degli altri notevole la Brignone, non molto efficaci Battaglia e Auclair, non male l'impertinenza della Lévesy.
MEMORABILE: In male la telefonatissima sorpresa principale; In meglio le scene documentaristiche, davvero notevoli.
Raffaello Matarazzo HA DIRETTO ANCHE...
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