Tratto da un romanzo di Lionel White, un thriller-noir lento, convenzionale e prevedibile, caratterizzato dalla presenza irrequieta di Brando e da un finale quasi da horror. Rilevante la scena in cui la prigioniera cerca di procurarsi la chiave della stanza utilizzando un foglio di giornale, evidentemente citata da Martino in I corpi presentano tracce di violenza carnale.
Thriller lento, anzi lentissimo. La suspense c'è solo a tratti e ci si annoia. Marlon Brando è incappato in un fim mediocre dai risvolti deludenti. Anche i grandi sbagliano. Il finale può lasciare mille interpretazioni, ma solo una cosa è sicura: si poteva fare molto, ma molto di più...
Film indiscutibilmente lento forse al di sotto delle aspettative, che comunque si ravviva grazie al magnetismo del grande Marlon, che seppur relegato in un quasi "B" movie sa sempre gestire alla grande i suoi personaggi aggiungendo quel pizzico di se stesso che l'ha reso impareggiabile. Davvero affascinanti e quasi surreali le ambientazioni che regalano un tono onirico alla pellicola che non guasta. Se Marlon Brando è un evergreen, non si può dire altrettanto della pellicola che lo ospita, che rivista oggi, forse, soffre un po di "vecchiaia".
Non riesce proprio ad appassionare, se non nella prima parte. Una location come quella della villetta isolata al mare è sfruttata a malapena. Uno dei peggiori film a cui ha preso parte Brando; non solo perchè girato male, ma per l'assenza di mordente. Chiude il tutto un finale inopportuno e inconcludente, tra i più brutti visti al cinema. L'uso di parrucchini da parte dei due protagonisti è la ciliegina sulla torta. La notte del giorno dopo il termine delle riprese i produttori si saranno certamente chiesti: "Ma cosa abbiamo sponsorizzato?"
Scesa all'aeroporto di Parigi, una giovane donna viene sequestrata da una banda che la segrega in una villa sulla costa in attesa che il padre paghi il riscatto... Trama elementare, compresi gli scontati dissidi tra i rapinatori, ritmo troppo rilassato, messa in scena al risparmio che poco sfrutta gli scenari naturali bretoni: una produzione di serie B, nobilitata dalla presenza un poco casuale di un attore di serie A che offre una prestazione discreta anche se non memorabile. Come noir, acquista un poco di grinta verso il finale ma poi si affloscia proprio nell'ultima sequenza.
MEMORABILE: "Ed adesso cosa farai per me?" "Ti lascerò un poco di tempo per pensare".
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Inizialmente Richard Boone doveva essere il protagonista,ma il co-produttore a un certo punto disse al regista che si poteva avere Brando protagonista,e quindi egli non si lasciò sfuggire l'occasione.