Film televisivo uscito da noi al cinema (nonostante il formato 4:3), fonde fantascienza e spionaggio in un ibrido molto faticoso da seguirsi e privo della necessaria verve. Si apre con un uomo che, coperto, viene trasportato in barella dalla Russia fino negli Stati Uniti e qui accolto in aeroporto perché se ne verifichino le condizioni: non lo vediamo mai, ma sappiamo che si chiama Karl Helmut Hauser e che è già praticamente defunto. Troppo importante per i suoi esperimenti nel campo dell'elettromagnetismo, deve essere in qualche modo salvato, se non lui almeno le sue conoscenze. L'agente governativo Joseph Slaughter (Nielsen) contatta così il premio Nobel dottor...Leggi tutto Kramer (Kautner) perché sperimenti subito sull'uomo il procedimento al quale lo scienziato sta lavorando da anni e che permette di trasferire la memoria da un cervello a un altro. Fino a quel momento gli effetti erano stati studiati sulle scimmie, ma al cinema, si sa, quando si tratta di esperimenti a rischio il passo dagli animali agli umani è veloce quanto inevitabile.
Kramer, riottoso, alla fine deve cedere; ma quando gli presentano come corpo ospitante quello di un ergastolano dice no, questo è troppo; depresso, decide che sarà lui stesso a innestare su di sé la memoria di Hauser; ma il suo giovane aiutante, Hillel Mondoro (McCallum) lo procede e, decidendo che la vita di quel genio di Kramer è troppo importante per la scienza, senza chiedere niente a nessuno si sottopone personalmente - e in gran segreto - al trasferimento della memoria. Slaughter, che assiste a questi continui ribaltamenti di situazione, se ne frega abbastanza: gli interessa esclusivamente che qualcuno riveli le importanti formule matematiche di cui era a conoscenza il solo Hauser.
Il problema è che, una volta conclusa l'operazione, Mondoro comincia a "rivivere" flashback della vita di Hauser che lo portano in breve a confondere la propria identità con quella del misterioso "donatore" e a partire per Copenhagen, dove comincerà una confusa avventura in cui incontrerà russi, tedeschi (a Berlino-Ovest) e cecoslovacchi (la tappa successiva sarà Praga); berrà Vodka senza rendersene conto e continuerà a confondere presente e passato muovendosi nel caos tipico del cinema di spionaggio, a cui si aggiungono le complicazioni derivate dallo spunto fantascientifico.
Se quindi inizialmente tutto filava, dall'arrivo in Danimarca in poi l'attenzione richiesta allo spettatore aumenterà vertiginosamente, senza che la storia dimostri di essere sufficientemente interessante da giustificare lo sforzo. La regia di Boris Sagal è fiacca, la recitazione di McCallum pure, Nielsen e Webber (le due "star") scompaiono dalla scena ben presto ricomparendo poi per poco, mentre Susan Strasberg è la moglie di Mondoro e Lili Palmer la donna di Hauser (che da giovane ha le più dolci fattezze di Barbara Capell).
Insomma, nonostante la volonterosa sceneggiatura di Adrian Spies tratta dal romanzo di Curt Siodmak, la realizzazione è debole e piatta e non riesce mai a coinvolgere nell'azione, penalizzata da una fumosità che troppo spesso confonde le acque in vista di passaggi importanti. Un film datato, dalla fotografia slavata e finito giustamente nel dimenticatoio, nonostante la serietà del progetto. E poi di trapianti di organi da personaggi ambigui che si riverberano sull'ospitante generando visioni da interpretare non se ne può più: non è che se invece di nuovi occhi si innesta una nuova memoria le cose cambino...