La misura del confine - Film (2011)

L'idea di partenza è molto interessante ed intrigante. La realizzazione è invece poco convincente. Dopo una prima fase di stallo, infatti, il film sembra partire per poi però arrivare al termine in modo troppo veloce e frettoloso. A non convincere inoltre è anche la sceneggiatura che è piena di inverosimiglianze e qualche ingenuità di troppo. Fastidioso e inutile il personaggio della moglie. Tanti difetti, eppure non manca di riuscire un pò a sedurre. Mezzo pallino in più per il coraggio di tentare nuove vie rispetto al solito cinema nostrano.

Per sapere a chi appartenga la mummia seppellita tra i ghiacci del Monte Rosa vengono chiamati studiosi italiani e svizzeri per ottenere gli expertise del caso. L'ambientazione (rifugio Vigevano ad Alagna Valsesia) è suggestiva all'ennesima potenza e il fitto cicaleccio a quelle altitudini odora di buono in una sinestesia che ci avvicina agli interpreti. Anche se poi tutto è banalizzato l'intento è meritorio e l'attrice migliore del cast è la natura. Opera fuori dai soliti itinerari.

Il soggetto avrebbe pure delle frecce al suo arco, ma lo sviluppo del film non è convincente e sembra disperderle tutte. Riprese bellissime della montagna invernale, coi suoi scorci fantastici e ostili, incorniciati nella musica dell'eccezionale duo Magoni-Spinetti, che fa dell'essenzialità evocativa un proprio noto marchio di fabbrica che qui ben flirta con molte immagini e alcuni momenti. Ma il film soffre di una sceneggiatura smorta e sempliciotta, con interpreti che si trascinano in una blanda convenzionalità senza acuti. Diafano.