La mano sugli occhi - Miniserie TV (1979)

La mano sugli occhi (miniserie tv)
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MMJ Davinotti jr
Durata: 3 episodi
Anno: 1979
Genere: fiction (colore)
Note: Tratto dal romanzo d'esordio di Andrea Camilleri "Il corso delle cose" e trasmesso su Rai2 dal 21 al 28 settembre 1979.

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dal romanzo di Camilleri "Il corso delle cose" uno sceneggiato in tre puntate che vale soprattutto come viaggio immersivo nelle terre di Sicilia, come divertito racconto di una società ancora legata alle sue radici e alle sue tradizioni (in tal senso sono emblematiche le insistite riprese della festa di San Calogero, con la statua del Santo in processione e la gente che getta il pane dai balconi delle case), come acuto sguardo su atteggiamenti, comportamenti, linguaggi del profondo Sud. L'utilizzo del dialetto locale, per quanto ovviamente addolcito per esigenze televisive, caratterizza fortemente l'insieme e regionalizza la storia al punto da non poterla immaginare in altro...Leggi tutto luogo. Ci si sofferma sul gioco di azioni e reazioni legate profondamente alle usanze ponendo al centro uno dei più autentici e riconosciuti rappresentanti su grande schermo della regione, Leopoldo Trieste: nel ruolo del pollaiolo Vito Macaluso non sembra però inizialmente lui il vero protagonista; è un altro il contadino che rinviene un cadavere nella propria terra e ne denuncia il ritrovamento con uno o due giorni di ritardo. Perché ha aspettato? Naturalmente non è dato sapere. Sullo sfondo si muove la mafia, con le sue usanze e i suoi messaggi, e il secondo a morire sarà il cane del contadino, il quale si ritrova faccia a faccia col maresciallo dei carabinieri (Mollica) incaricato delle indagini: è tutto un notevole scambio di sguardi, tra i due. Il secondo è conscio di quanto il primo sappia molto più di quanto dica, ma sa anche quanto sia impossibile scalfire quella barriera di omertà. Macaluso qui è ancora figura marginale, che si dedica a spiare la dirimepettaia vedova Belardi (Di Benedetto) e si muove senza immaginare di essere persona a rischio. Ne avrà contezza quando, la sera del primo giorno dei tre in cui è divisa la storia (uno per puntata), qualcuno attenterà alla sua vita sbagliando due colpi a lui indirizzati. Perché? Vito è convinto sia stato uno sbaglio! Si confida con l'amico di sempre Masino (Pelligra), non riesce proprio a immaginarsi come obiettivo di qualcuno. Nella seconda puntata il suo personaggio diventerà però assolutamente centrale, lasciando che fin troppo gli altri finiscano ai margini. La regia di Pino Passalacqua si dedica a scandagliare l'animo di Vito, a descriverne il carattere approfittando della riconosciuta abilità di Trieste nel dare corpo a figure timorose e lagnose, inadeguate alla situazione in cui si vengono a trovare, con problemi e drammi più grandi di loro che non sanno mai come affrontare. La mano di Camilleri nel disegno d'insieme è evidente, il gusto nel rifinire con tocchi ironici i dialoghi anche, al punto che talvolta sembra di stare più in una commedia che in un giallo dalle tinte nere. Piace il non vedente impersonato da Remo Remotti, un po' meno centrate le figure femminili a cominciare dalla bella sciancata (Donadio) maltrattata dal padre medico (Donato), ma anche certi nobili sguaiati come il Cavalier La Russa di Chillemi o il boss (Spadaro) che pare tenga in mano la vita di Macaluso. Tanto folklore siciliano tuttavia a lungo andare rischia di stancare, anche perché la storia è non solo minimale (al di là di un finale discretamente congegnato) ma per nulla chiarita in taluni snodi, con qualche spunto abbandonato per la via e una dispersione in rivoli diversi che distoglie l'attenzione per portarla verso un bozzetismo di qualità ma poco originale. Non si chieda insomma grande studio degli sviluppi gialli della trama perché è evidente quanto si punti ad altro, con un Trieste a tutto campo la cui interpretazione sostiene abbondantemente il risultato finale.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/01/14 DAL BENEMERITO NICOLA81 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 1/02/21
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Nicola81 4/01/14 15:04 - 2862 commenti

I gusti di Nicola81

Non troppo fortunato questo primo incontro tra la Rai e la narrativa di Camilleri. Il giallo non è così complesso da giustificare tre puntate (e il ritmo ne risente) e si indugia troppo sui soliti personaggi che affollano il solito piccolo paese siciliano, scimmiottando Sciascia senza averne lo spessore, se non nell'emblematico finale. Per chi si accontenta ci sono le ottime prove di Trieste (l'uomo schivo travolto da eventi incapaci di comprendere) e Mollica (il tenace maresciallo dei carabinieri) nonché le gradevoli musiche di Fiorenzo Carpi.
MEMORABILE: Le parolacce, tante per uno sceneggiato Rai anni Settanta; I monologhi di Trieste; La caparbietà di Mollica; Il finale.

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