La locanda della felicità - Film (2000)

Zhao, cinese disoccupato, è in cerca di moglie e trovatane una la corteggia mentendole sulla sua vita privata, fino ad un possibile matrimonio. Nel mentre di tutto questo si ritrova tra le mani la figliastra, una ragazza cieca e docile. Nascerà un’amicizia profonda fra entrambe le parti. Ottima la regia come tutto il cast. Il film scorre senza svincoli inutili e procede verso un finale originale e unico.

Un buon film. Ci sono parecchi spunti di pura commedia, con piccoli ed immancabili tocchi di drammaticità che non scocciano lo spettatore, anzi, nasce in lui una sorta di tenerezza ed una commozione a dir poco "puerile" nei confronti di tutti i personaggi della storia. Una delle più sottovalutate opere della filmografia di Zhang Yumou. Da vedere.

Zhang Yimou con questa semplice commedia si dimostra un ottimo regista. Anche se in confronto a Keep cool ha qualcosa in meno, questo film si fa apprezzare proprio per la sua semplicità e per come porta in video la drammaticità di una cieca. Gli attori sono tutti bravi e simpatici. Yimou non annoia.

Una delle peculiarità del cinema del regista Yimou è la capacità di raccontare storie da “microcosmo” (a volte di ambientazione rurale, in altri casi in contesto metropolitano) immergendole nella realtà sociale di una Cina in perenne cambiamento. Lo stesso capita in questo, che pure non è uno dei suoi film più riusciti. La storia ricorda quelle del neorealismo italiano ma la figura del poveraccio che vive di espedienti non è originale e la caratterizzazione dei personaggi piuttosto stereotipata. Buone l’ambientazione e la prova degli attori.

Un bel film non completamente riuscito. La locanda della felicità è la storia di gente semplice di una Cina in cambiamento e vogliosa di denaro e successo. Una storia a tratti commovente nel suo essere diretta al cuore e nella sua semplicità, perché dovunque si guardi c'è un personaggio in difficoltà economica, morale, di vita. E il tutto è ben raccontato dal valido regista. Il difetto è che sembra sempre che il film si stia per trasformare in capolavoro ma non riesce mai veramente a spiccare il volo, e molte intuizioni della storia si fermano lì. Peccato. Comunque molto bello.

Ansioso di ingraziarsi la futura sposa, un poveraccio si vanta d'essere un grande albergatore quando in realtà guadagna qualche soldo affittando una carcassa di autobus abbandonata a coppiette in cerca di intimità. La bugia lo costringe a trovare un lavoro inesistente alla figliastro della donna, una ragazza cieca... Film certo minore nella filmografia del regista che però si fa apprezzare per la simpatia del protagonista e dei suoi amici che si prestano all'inganno a fin di bene, per i piccoli tocchi ironici di cui è disseminato, per l'epilogo anche troppo scopertamente commovente.