La battaglia del secolo - Corto (1927)

Sarà anche dovuto al fatto che il film è oggi visibile solo al 60% del prodotto originale, ma resta un’opera assai minore rispetto al livello del grande duo, molto deludente per un tifoso di Stanlio e Ollio come lo è chi scrive. Non lo sollevano né Stan che non sa fare il pugile, né il solito litigio con Hall. Lo affonda, infine, l’interminabile “torte in faccia” conclusivo.

Scatenata comica muta arrivata a noi frammentata. Notevole la prima parte sul ring con Stanlio che è un improbabile pugile contro un figuro erculeo. L'altra parte rimasta è invece il classico torte-in-faccia, in verità parecchio vorticoso, popolato e creativo, ma pur sempre con dinamiche di risata piuttosto terra terra. Nel complesso si vede con piacere, soprattutto per le deliziose gag iniziali dell'incontro di boxe.

Si comincia con l’incontro di boxe tra Laurel, pugile maldestro e mingherlino e la belva umana. E si finisce in modo superclassico con buccia di banana e torte in faccia. Sembra proprio un bigino dello splapstick più iconico, questo corto arrivato a noi in modalità pesantemente incompleta. Certo le didascalie aiutano a tenere insieme il senso narrativo del tutto, ma è comunque molto difficile dare una valutazione di una comica così mutilata. Comunque la guerra di torte in faccia “definitiva” che chiude il corto ha un che di leggendario.

Non certo una delle migliori comiche del due, anche perché la versione circolante soffre di uno "scollamento" tra la parte iniziale e quella finale; paiono proprio due lavori diversi uniti alla bell'e meglio. Probabilmente più riuscita la sequenza di Stanlio pugile che può vantare la "fisicità" dell'attore. La seconda metà della pellicola invece vede in scena la solita battaglia delle torte in faccia (è a questa che si riferisce il titolo). Sono appunto le "dimensioni" che assume tale lotta, a renderla un po' diversa da quanto già visto.

Una comica di Laurel & Hardy (di cui manca la parte centrale), ascrivibile alle opere minori del duo. Il match pugilistico di cui Stan è protagonista (con Oliver nella parte del manager) è piuttosto statico e povero di idee specie in rapporto alle potenzialità del soggetto. Un po’ più vivace ma troppo “tirata per le lunghe” la seconda parte che inizia con la buccia di banana è termina con le torte in faccia, non proprio il massimo dell’originalità.