Narrata in flashback, sullo sfondo della Parigi liberata, la passionale quanto fugace storia d'amore tra un cronista americano e una connazionale Regina dei salotti. Come sempre nei film di Brooks c'è a monte un eccezionale lavoro di scrittura (i gemelli Epstein si ispirarono ad un racconto di Fitzgerald). Qui però, dopo una potente prima parte in cui è palpitante l'influsso degli eventi storici sulle vicende personali, la romanticheria languorosa prende il sopravvento. L'atmosfera da crollo dei sogni però è ben restituita. Brilla Liz, brillo Van Johnson.
MEMORABILE: Le mises della Taylor ed in particolare il memorabile scollato vestito rosso col quale si adagia sulla neve parigina.
Film tendente al lacrimevole, sentimentalmente troppo impostato, pur se impreziosito da un cast che non può passare inosservato. Troviamo il clima tipico delle ambientazioni alla Fitzgerald, con quell'edonismo e quel senso di vita da spendere principalmente seguendo il principio del piacere, ma con un senso profondo di inutilità. La guerra sta per finire e a Parigi esplode la voglia di esorcizzare paure a cui il destino saprà dare significato, nel bene e nel male.
Nella Parigi appena liberata dai nazisti, un tenente americano sposa una ragazza di ricca famiglia, ma il loro amore è messo in crisi dalle difficoltà economiche, dato che lui, scrittore a corto di ispirazione con tendenze alcoliche, non è grado di mantenere uno stile di vita agiato... Nelle interpretazioni vibranti dei due protagonisti, sono belli ma autocommiserativi fino alla lagnosità questi amanti incapaci di accettare lo iato fra sogni e realtà. Migliore la prima parte brillante, prima che prenda il sopravvento il languido sentimentale ed il patetico ricattatorio dell'epilogo.
MEMORABILE: Bellissima Taylor in abito rosso che spicca sul bianco delle neve
Polpettone sentimentale tirato per le lunghe, con un personaggio femminile veramente antipatico (a cui calza a pennello l'aria da snob della bellissima Taylor); si salvano la simpatia di Pidgeon nel ruolo del suocero e la bravura di Van Johnson nel rendere la frustrazione di uno scrittore che non riesce a sfondare e si sente inferiore alla moglie. Bello ma un po' amaro il finale (la regia, furbamente, punta sulla figura della bambina per intenerire il pubblico).
MEMORABILE: Helen rimane fuori casa sotto la pioggia scrosciante.
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DiscussioneDaniela • 21/02/12 09:59 Gran Burattinaio - 5944 interventi
"Brilla Liz, brillo Van Johnson." Complimenti a Giuan per la chiusura del suo commento... davvero brillante :o)
CuriositàDaniela • 13/04/19 01:18 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Soggetto tratto dal racconto "Babylon Revisited" di Francis Scott Fitzgerald, pubblicato il 21 febbraio 1921 su The Saturday Evening Post, con diversa ambientazione: nel film il corso della vicenda prende avvio nel secondo dopoguerra.