Il pugnale cinese - Film (1933)

Il pugnale cinese
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Kennel Murder Case
Anno: 1933
Genere: giallo (bianco e nero)
Note: Aka "Omicidio insoluto". Dal romanzo "La tragedia in casa Coe" di S.S. Van Dine.

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Trasporre "La tragedia in casa Coe" di S.S. Van Dine in un film di nemmeno un'ora e un quarto era impresa ardua in partenza, e difatti nemmeno la mano esperta di Michael Curtiz riesce a dare il giusto respiro a una storia che, per la sua complicatezza e la sua soluzione particolarmente arzigogolata, meritava indubbiamente una durata superiore. La vittima, Archer Coe (Barrat), come vuole la tradizione odiata da un nugolo di persone destinate a trasformarsi nel giro di poco in potenziali sospetti, viene trovato morto dal maggiordomo su di una poltrona. Indossa il pigiama, ha il foro di un proettile sulla tempia e la pistola in mano. Il fatto che la stanza fosse chiusa dall'interno sembrerebbe certificare...Leggi tutto il suicidio, ma il detective Philo Vance (Powell) è fin da subito di altra opinione e di lì a poco il medico gli darà ragione: l'uomo è stato ucciso; e non solo! Era già morto quando il colpo di pistola l'ha colpito alla tempia. Possibile? E' quel che si dovrà scoprire, mentre Curtiz cerca disperatamente di dare un po' di spazio ai sospetti accorgergendosi che il tempo manca; in quel poco che ha a disposizione deve dar conto dei piccoli progressi della polizia, delle prime intuizioni di Vance e aprire il fronte sul ritrovamento dei corpi senza vita di un uomo (il fratello della vittima) e di un cane. Davvero troppo, e sicuramente nell'azione non l'aiuta una sceneggiatura caotica fin dalle prime battute, che fatica a descrivere la quantità di personaggi in scena e le relazioni tra gli stessi. Ci sono la donna amata che se la fa con quello più giovane, la nipote, il servitore che ha procurato vasi cinesi al padrone e un numero di potenziali assassini che sale fino a sette. Per cui il tutto funziona da un pusto di vista estetico, finanche della recitazione perché Powell ha il giusto piglio aristocratico del tipico detective del tempo, umile, ironico e naturalmente dall'intuito superiore (i poliziotti che lo circondano sono solo rozzi funzionari dalle capacità intellettive limitate e deduttive nulle); se però si guarda alla godibilità del film è difficile non notare come il metter troppa carne al fuoco richieda un grado di attenzione, in chi segue, superiore alla già non bassa media del genere. La velocità con cui le informazioni chiave vengono date insieme a tanti nomi da immagazzinare, complicata da una chiarezza non sempre esemplare, fa sì che si raggiunga la fine stremati in attesa di arrivare al dunque. L'agognata chiusura, con lo svelamento di quanto accaduto, è realizzata attraverso un flashback in cui almeno la soluzione viene esposta limpidamente, facendoci nel contempo capire come gli spunti della storia fossero ottimi.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/11/16 DAL BENEMERITO GIùAN POI DAVINOTTATO IL GIORNO 31/05/19
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Giùan 27/11/16 23:21 - 4540 commenti

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Detestabile, facoltoso collezionista di "cineserie" viene ammazzato: al distinto Philo Vance il compito di pescare il jolly del colpevole nel nutrito mazzo dei sospetti. Tra i tanti libri di Van Dine a esser trasposti al cine e quarta pellicola in cui il collaudatissimo "thin man" Powell veste gli inamidati panni del detective dandy. Prodotto seriale, parente prossimo dei futuri telefilm, conta sulla svelta solidità di Curtiz e su un nugolo di caratteristi, tra cui spicca il pantagruelico sergente di Pallette. Trama contorta e invasiva presenza del telefono.

Rambo90 2/09/17 19:55 - 7679 commenti

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Philo Vance investiga su un omicidio travestito da suicidio in un classico enigma della stanza chiusa. Una fedele trasposizione da Van Dine, condotta con velocità da Curtiz e aprendo la strada a quelli che saranno molti stereotipi del genere giallo al cinema (tra cui la lunga ricostruzione in flashback). Powell appare perfettamente adatto al ruolo e i comprimari sono ben scelti. L'atmosfera dell'epoca inoltre aiuta non poco la pellicola a conquistare il suo fascino. Tanti i colpi di scena, ingegnosa la soluzione. Notevole.

Alex75 19/03/21 19:00 - 878 commenti

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Trasposizione su pellicola di un’indagine di Philo Vance, in cui il giro dei sospetti su tutti i personaggi (alcuni dei quali, oltretutto, si assomigliano troppo) avrebbe forse richiesto una maggior durata, anche se la spiegazione finale (avvincente e rigorosa) è un giusto premio per la pazienza dello spettatore. La confezione è raffinata e sembra anticipare i moderni telefilm. Come spesso accade, le caratterizzazioni più gustose sono quelle dei personaggi secondari (qui, il detective Heath e il dottor Doremus).
MEMORABILE: Il romanzo “Omicidio insoluto”; Il dottor Doremus chiamato sempre nei momenti per lui meno opportuni; Il plastico.

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