Hermitage - Corto (1968)

Hermitage
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Anno: 1968
Genere: corto/mediometraggio (colore)
Note: Interamente girato in una suite dell'Hotel Hermitage di Roma.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/12/10 DAL BENEMERITO SILENZIO
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Silenzio 7/12/10 21:50 - 59 commenti

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Alla prima esperienza dietro la macchina da presa, Bene realizza la sua opera cinematografica stilisticamente più canonica, non ancora del tutto sconvolta dalla lama del suo furore pantoclasta. Ciò non impedisce ad Hermitage di configurarsi come un geniale, commovente saggio sulla solitudine irraggiungibile. In un appartamento-stato d'animo l'attore si trucca, si finge imperatore, viene colto da visioni mistiche, si autoinvia lettere d'amore, ricorda e maledice la madre, in un'agghiacciante compagnia con sé stesso. Splendido e doloroso.
MEMORABILE: Bene prova a sostituirsi ad una pianta, essere a-razionale ed indifferente: una delle scene più commoventi che abbia mai visto.

Pigro 16/01/11 09:59 - 9666 commenti

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Esorcismo e sublimazione del femminino: questo sembra portare a compimento la solitudine narcisista di Carmelo Bene nella stanza dell'Hermitage (albergo), barocca e autoreferenziale. Il letto, lo specchio... luoghi di un'inutile ricerca dell'altro, anzi dell'altra, continuamente evocata, sia essa Rachele o la mamma, o anche un sé stesso femminile. Bene sperimenta il linguaggio filmico puntando sulla propria presenza praticamente unica, in un'esposizione di fragile presunzione. Tanto visivamente e concettualmente sovraccarico quanto essenziale.

Il Gobbo 20/03/11 17:47 - 3015 commenti

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Cavallo di battaglia di Fuori orario e sorta di riscaldamento per Nostra signora dei turchi, anche se la rarefazione dello spazio fa pensare più a Salomè. Si conferma che quella di ignorare il cinema era una delle sbruffonate della buonanima (alcune inquadrature della Mancinelli sono pari pari la Falconetti di Dreyer. Come sempre sublime la concezione della colonna sonora.

B. Legnani 26/01/16 00:42 - 5530 commenti

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La domanda che uno si pone è questa: "Se non sapessi che è di (e con) Carmelo Bene sarei comunque affascinato? O sento il carisma perché so che è Bene?". Non mi rispondo, ma cito il sapiente parallelismo con le musiche verdiane (Ballo in maschera, Don Carlos), la rappresentazione dell'alienazione della camera d'albergo, l'apparizione dell'affascinante sconosciuta (con sorprendente citazione da Dreyer). Col corpo Bene domina la scena risultando persino caravaggesco.
MEMORABILE: Bene narcisisticamente riflesso nello specchio.

Faggi 10/05/16 14:40 - 1549 commenti

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Sui titoli di coda si legge: "Scritto, diretto e interpretato da Carmelo Bene"; senza ironia viene da dire: "si vede". La sperimentazione è sincera, la ricerca di una forma per il flirt con il cinema non è bozzettistica. Ho visto un lucido e nobile delirio sul narcisismo; e il finale non dovrebbe lasciare dubbi. Un narcisismo quasi selvaggio, messo in scena da un corpo (e dalla pura fisicità attoriale) che si muove (insonne) nello spazio chiuso di una camera d'hotel, tra voci fuori campo, apparizioni, musica e amori.

Joker1926 23/03/17 23:03 - 8 commenti

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"Hermitage" marchia il debutto cinematografico dell'artifex leccese. La missione Beniana, in ambito cinema, diventa ancora più chiusa e di lettura praticamente impossibile. "Hermitage" è un inno di narcisismo senza spina dorsale, fra arte improvvisata e piena scrittura di scena. Non serve il nobile pretesto, vige la regola del significante. Cinema sperimentale che gioca con pochi facendosi odiare da tutti. Tecnicamente è il preludio a Nostra signora dei turchi.

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