Five fingers - Gioco mortale - Film (2006)

Five fingers - Gioco mortale
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Titolo originale: Five Fingers
Anno: 2006
Genere: drammatico (colore)
Note: Aka "5 fingers gioco mortale". In dvd (Catalogo DNC) - n.o. del 6/9/2006

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/08/07 DAL BENEMERITO UNDYING
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Undying 5/08/07 23:19 - 3807 commenti

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Gran bel film, Five Fingers: che aiuta riflettere, che mette in campo tante serie questioni apparentemente estranee al mondo del cinema, dal fanatismo musulmano al concetto di "libertà" americana. Un simpatizzante "eversivo" olandese viene rapito in Marocco mentre è in missione per un "programma alimentare" di sostegno al Terzo Mondo. Ad ogni menzogna, al rapito viene amputato un dito (da qui il titolo). Ma chi sono i rapitori? E chi è il rapito? Il film si chiude sulla statua della Libertà, con un'immagine che vale più di 1000 parole.

Schramm 24/07/08 17:06 - 3495 commenti

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L'ideale sottotitolo potrebbe essere 'come ti cogliono con snodi ai limiti del plausibile tenendoti comunque per le pelotas ma senza stringere troppo'. Ondivago, forzatamente provocatorio, troppo incurante del fatto che al pari della pazienza, anche la sospensione dell'incredulità ha un suo limite. Discreto, e nulla più.

Mascherato 14/09/08 23:20 - 583 commenti

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Alberto Pezzotta su Ciak affermava che un Fishburne produttore esecutivo che veste i panni di un terrorista nigeriano dovrebbe far intuire il colpo di scena finale. Io aggiungo che anche la morte di Colm Meaney a 5 minuti dalla sua apparizione dovrebbe suggerire qualcosa allo spettatore che sa di non essere di fronte ad un Hitchcock d'annata. Five Fingers è un thrillerino che chiunque abbia visto almeno una puntata di Mission Impossible o di Alias (Gina Torres arriva da lì) troverà scontato da subito. Il clima 11/9 è solo fuffa per il lancio del film.

Daniela 29/04/09 15:11 - 12660 commenti

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Giovane olandese in missione umanitaria viene rapito da gruppo di terroristi, che non esitano ad ammazzare dopo pochi minuti il suo accompagnatore. Fosse stato una comparsa qualunque, pazienza, ma dato che il morto è Meaney, allo spettatore si rizzano le orecchie. Comunque, a parte il colpo di scena finale non proprio imprevedibile, per il resto un discreto thriller da camera (o da deposito), bene interpretato dai due protagonisti, con qualche particolare gustoso (il porta/dita mozze). Troppi flashback, non tutti necessari.
MEMORABILE: Il taglio del primo dito

Rambo90 28/12/11 00:21 - 7696 commenti

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Thriller dal ritmo lento ma che coinvolge per i tanti interrogativi che vengono posti all'inizio e che lo spettatore aspetta ansiosamente di vedere risolti. Il finale non è impossibile da prevedere, ma è giocato bene e quindi il colpo di scena fa comunque il suo effetto. Bravissimo Fishburne, ma anche Philippe se la cava. Il gioco del dito per ogni bugia, poi, funziona bene come arma emotiva per il pubblico.
MEMORABILE: Gli ultimi dieci minuti.

Ducaspezzi 28/12/11 01:00 - 222 commenti

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È un thriller che riesce ad imbastire un buon clima di tensione, tutta giocata sull'oppressività del luogo di prigionia dove si svolgono i fatti e sulla spietatezza degli aguzzini carcerieri, delle cui reazioni sul malcapitato ci si preoccupa ad ogni giro d' interrogatorio. Ma... chi è chi? E pro o contro chi ci si sente, in questo o quel momento? Lo scopriremo solo vedendo, scansando qualche forzatura o dialogo mal scritto (prigioniero/donna) e accettando questo "gioco mortale", dignitosamente interpretato dal trio Fishburne-Philippe-Torres.
MEMORABILE: I due che scrivono simultaneamente su un foglietto.

Pigro 1/01/12 09:59 - 9665 commenti

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La qualità migliore del film è il soffocante stallo di una condizione vertiginosa ed estrema: il lungo interrogatorio-tortura del giovane olandese idealista rapito in Marocco da una cellula di terroristi. Ben realizzato il gioco claustrofobico gatto-topo, con i dubbi che lentamente ci si insinuano sulle reali identità e i reali scopi delle pedine in campo dietro le parole e l’omertà. Qualche sbavatura retorica e apparenti incongruenze infastidiscono durante la visione, ma il finale spiega tutto concludendo spietatamente.

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