Nella squallida borgata ci sta la giovane ribelle e introversa. Accanto a lei la madre egoista (stavolta più cubista che alcolizzata) e il suo nuovo boyfriend che farà troppo il simpaticone. Niente di nuovo ma la regista britannica riesce a metterci del suo e a non diventare stucchevole. Convincenti gli attori, tra i quali la Jarvis segna un buon esordio. Alla lunga il film cala (eccetto la parentesi nella casa di lui) e chiude con la solita idea della musica come espediente comunicativo: fa un po' ridere ma.. yeah sorella!
La Arnold che ci racconta, con gusto (vedi la bellezza minimalista di alcune scene) e supportata da una bellissima fotografia, la storia di una ragazzina allo sbando, delusa dalle amiche, dalla madre, dal di lei compagno e frustrata nel suo desiderio di libertà (la cavalla bianca che muore) e di "evasione" dalla sua realtà (il provino di ballo). Una storia triste, insomma, ma delicata e "sentita" in certi momenti, anche grazie all'ottima prova di tutto il cast (su tutti l'esordiente Katie Arnold). Un film già visto, ma fatto molto molto bene.
A mio modo di vedere è un film che conquista con la sua rudezza e il suo fattore psicologico molto marcato; è il classico film che lascia parlare le immagini più delle parole, i silenzi sono più comunicativi degli scambi verbali. Anche l'ambientazione nei luoghi periferici depressi e desolati è molto buona, rappresenta ancora meglio lo stato di smarrimento della protagonista e degli altri membri della famiglia, che vivono davvero in un loro microcosmo; e qua che la regista, tra l'altro, concentra il proprio sguardo, direi in maniera assai pregevole.
Fish Tank è un film senmplice girato ai confini tra il Galles e l'Inghilterra, un posto arido, tanto. Una protagonista sensuale, che non sa ballare, ci accompagna in una storia minimale ma lo fa tutto d'un fiato con alcuni momenti emotivamente forti. Indefinibile a livello di genere è interessante perché non ricorda nulla di recente a livello cinematografico. Vale una visione interessata e avvolgente.
MEMORABILE: La protagonista quando balla è assolutamente fuori tempo: c'è da capire se la cosa sia voluta o no.
Un dramma inglese di una giovane ribelle con una grande passione (ma meno talento) per la danza. Un pretesto per narrarne la storia in tutti i suoi snodi di film con stile molto indie. La regia è abbastanza ricercata, con infinite inquadrature con mdp a mano a seguire il soggetto. Brava la protagonista Jarvis. Purtroppo la sceneggiatura non la usa moltissimo e rimane per la maggior parte della durata su binari senza (quasi) mai deragliare.
Un film che procede per la sua strada, con uno stile deciso, a passo svelto verso l'inevitabile finale. L'argomento purtroppo è trito e ritrito e al di là di uno sguardo, di uno stile personale, non c'è una riflessione che conduca su strade diverse rispetto a quelle già percorse. Sembra di assistere ad una lezione già sentita, con una voce diversa.
I disagi e l'insostenibile oppressione di certa periferia inglese non sono certo una novità, mentre le metafore dislocate lungo il percorso risultano un po' banali; però la Arnold azzecca diversi momenti (grazie anche al contributo di una convincente e androgena Katie Jarvis; Michael Fassbender se la cava più che egregiamente nella parte del bello senz'anima). Cinema ruminato, passato ormai in diversi stomaci (penso a un Ken Loach); solo un po' più sporco, forse.
Quello che risalta di più è l'ambientazione che rende ancora più cupa la storia. Un abisso di disperazione e di solitudine, quello vissuto dalla protagonista, che cerca di uscire dalla bruttura e dall'anonimato aggrappandosi al ballo e alla figura adulta rassicurante. Qui non si salva niente e nessuno e ogni tipo di affetto scade nella degenerazione. Diverse scene lasciano l'amaro in bocca.
Una vicenda di degrado ed emarginazione che non può ambire a premi per l'originalità, ma che "prende" per lo sguardo decisamente originale della regista che dimostra una notevole capacità di ambientazione della storia, supportata da una fotografia eccellente. Ottima la prova della giovane protagonista. Sebbene risulti piuttosto evidente l'ispirazione da Ken Loach, un film godibile e abbastanza riuscito.
Delle belle carte in mano non bastano per vincere contro un avversario insidioso. E così, l'ambientazione veristica nella periferia britannica e il linguaggio quotidiano e sporco nulla possono davanti ad una storia senz'anima che, dapprima indirizzatasi decisa verso il dramma del disagio sociale, nella seconda parte capitola scivolando su personaggi vacui, impacciati cenni loliteschi e situazioni forzate (tutta la parte dal "rapimento" della bambina sino alla fuga finale). A volte il cinema della maladolescenza ha colpito duro; questo, invece, non fa manco solletico.
MEMORABILE: La gita in macchina.
Kierston Wareing HA RECITATO ANCHE IN...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.