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La nostra recensione di Estate di morte

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Un procuratore distrettuale di Varsavia, Pawel Kopinski (Damiecki), sta indagando sullo stupro di una giovane ragazza quando viene chiamato da un ispettore per il riconoscimento di un cadavere che con sé portava ritagli di giornale in cui si parlava di lui. Lo shock è immediato: disteso in obitorio Pawel crede di vedere Artur, che aveva conosciuto in gioventù e che era scomparso durante un campeggio estivo a cui avevano partecipato entrambi. Dopo vane ricerche era stato dato per morto insieme a un'altra coppia di ragazzi di cui si erano invece ritrovati i corpi. Assieme a loro, quella notte nel bosco, era svanita nel nulla anche la giovane sorella del procuratore. A questo punto...Leggi tutto perché non potrebbe essere ancora in vita anche l'amata Kamila? L'inatteso rinvenimento del cadavere di Artur apre uno squarcio nel passato e la serie si sdoppia, alternando i giorni di vacanza al campeggio di una ventina d'anni prima alle indagini di oggi, con Pawel che mentre segue il caso relativo allo stupro non rinuncia a cercare di capire cosa sia accaduto allora nel bosco (“The woods” è il titolo originale). I personaggi d'improvviso si moltiplicano esponenzialmente (identificarli con gli spesso per noi impronunciabili nomi polacchi, paese di provenienza della serie, non è facile) e i ricordi dell'avventura giovanile al camping si fanno sempre più strada diventando centrali, offuscando le blande ramificazioni legate alla vicenda attuale, che continua comunque a procedere parallelamente. Nel gioco di sovrapposizioni tra genitori, figli e figure di vent'anni prima ancora presenti (gli anziani sono interpretati dai medesimi attori, gli allora giovani - come il protagonista - da altri) tocca stare molto attenti a non perdere nemmeno un passaggio o il rischio è di smarrirsi nel dedalo di colpi di scena, ribaltamenti imprevisti, apparizioni di nuovi personaggi da memorizzare. In questi casi l'abilità del regista dev'essere quella di saper chiarire a sufficienza una storia che altrimenti, soprattutto quando tanto lunga (qui si raggiungono le sei puntate), finisce col lasciare in chi guarda troppi buchi. Leszek Dawid e Bartosz Konopka, che si dividono le regie (tre a testa), non sempre riescono nell'intento (c'è qualche ellisse di troppo) e l'affollarsi di nomi e volti genera preoccupanti interrogativi a cui talora non è facile dare una risposta. Il romanzo di Harlan Coben da cui si parte è il solito intersecarsi di storie intrecciate che legano l'uno con l'altro i protagonisti, a volte individuabili fin da subito altre parzialmente nascoste. Una formula di grande successo che garantisce (e richiede) un grande coinvolgimento per lo spettatore, che soddisfa per le brillanti intuizioni spesso celate dietro agli indizi e sa dar vita a figure quasi sempre interessanti; agli attori il compito di donare loro la giusta consistenza, che in questo caso raggiunge un buon grado empatico e ci offre un protagonista abile nel dosare serietà professionale e qualche vago tocco ironico che non guasta. Ma anche la squadra giovane non demerita e nel complesso tutti concorrono a conferire buona plausibilità alla vicenda, pure quando qualche forzatura eccessiva muove in parte al sorriso. Per essere un prodotto televisivo, fotografia e regia (pur senza grandi picchi) sono sopra la media, mentre è da sottolineare la validità della colonna sonora (ricca anche di brani cantati in polacco), che spiazza spesso con dissonanze e decise intrusioni di livello. Il finale, comunque gradevole, non riserva chissà quali sorprese e lascia intuire come Coben si sia ampiamente rifatto alla letteratura in materia per comporre un giallo "tradizionalista", per quanto intricato e frammentato, con salti temporali frequentissimi che in alcune occasioni tendono a confondere un po' le acque. Buono anche il lavoro sull'estetica: belle riprese del lago dall'alto, del bosco di notte e di giorno... Non ci si può lamentare, insomma, ma in altre occasioni il prezioso lavoro dello scrittore è stato sfruttato decisamente meglio.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/06/21 DAL DAVINOTTI
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