Cuore - Film (1973)

Cuore

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/10/08 DAL BENEMERITO HOMESICK
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Homesick 19/10/08 17:57 - 5737 commenti

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Scavolini sposta l’azione avanti di un secolo e, anziché narrare le giornate di Enrico Bottini e dei suoi compagni di scuola, propone solo alcuni dei racconti mensili sotto forma di episodi sbrigativi e distinti. Le scenografie sono ridotte all’osso e l’unico momento in cui si avverte il medesimo pathos delle pagine di De Amicis è il commovente “L’infermiere di Tata”, commentato dalle malinconiche note pianistiche di Savina: e così il film si aggiudica due pallini.

Fauno 20/05/16 23:36 - 2212 commenti

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Sono quattro racconti celeberrimi del romanzo di De Amicis, trasposti però al XX secolo. Il rendimento è più che buono, tanto in "Sangue romagnolo", con una sorprendente Cumani Quasimodo nel ruolo della nonna, quanto nel "Tamburino sardo" e in "La piccola vedetta lombarda"(uno per ogni conflitto mondiale), mentre "L'infermiere di Tata" prende in esame il duro lavoro degli immigrati: è il più commovente, ma anche il più sedentario e il meno trascinante. I bambini se la cavano egregiamente, anche se Cestiè è un palmo al di sopra e il ritmo non cala mai.
MEMORABILE: I colpi di mortaio con le deflagrazioni al rallentatore; L'aranciata al bar.

B. Legnani 15/12/19 16:05 - 5533 commenti

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Libro Cuore e lacrima movie. Scavolini prende quattro racconti deamicisiani e li sposta nel Novecento. "Sangue romagnolo", più che su Cruciani, vive sugli occhi magnetici della Cumani Quasimodo. "Il tamburino sardo" lascia perplessi: troppa ilarità in una situazione così drammatica ed è incredibile che uno possa correre dopo aver preso un devastante colpo al petto! "La piccola vedetta" è breve e corretto, ben ambientato al Borgo di Rota. "L'infermiere di Tata" è assai statico, ma pervaso da dolcezza. Belli i colori pastello. Povertà di insieme, ma un certo decoro, per quanto convenzionale.

Marcolino1 10/01/20 17:54 - 553 commenti

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Lungi dall'essere completo (il film non comprende tutto il corpus dell'opera deamicisiana, limitandosi a soli quattro "racconti mensili"), il film suscita aspettative elevate che vengono purtroppo tradite: Scavolini è un regista che aveva dimostrato più volte di avere un'abilità di sperimentazione che qui non troviamo, a parte la cornice più contemporanea rispetto a quella del romanzo. Il compito svolto dal regista risulta discretamente svolto, la partitura musicale e le ambientazioni campestri suggestivi, il tutto però senza grandi entusiasmi.

Leandrino 14/12/21 15:22 - 513 commenti

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Scavolini tratta con libertà e solito mestiere alcuni dei racconti dell'opera omonima di De Amicis. I quattro racconti intrattengono senza moralismi o pietismi, e anzi in qualche caso (come la prima storia) sono piuttosto crudi nel raccontare una violenza che non guarda in faccia i bambini. Preso nel suo complesso risulta un film piacevole da guardare, tuttavia le storie singole risultano spesso prive di mordente, fugaci e trattate con un piglio commerciale-autoriale che poco si presta all'operazione, risultando a tratti in uno stile sbilenco.

Claudius 24/04/22 18:08 - 543 commenti

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Discreta riproposizione dell'opera di De Amicis che trasferisce i quattro episodi nel Novecento (il quarto e ultimo è il migliore); in questo modo la retorica del romanzo iniziale è quasi assente e gli ottanta minuti di proiezione non stancano. Gli episodi sono: "Sangue romagnolo", "Il tamburino sardo", "La piccola vedetta lombarda" e "L'infermiere di Tata". Bravi la Cumani Quasimodo, Santoro e Avram. Non esalta ma nemmeno demerita.

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  • Discussione Fauno • 20/05/16 23:39
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    La Mancini è indicata, e mi sembrava fosse la suora dell'episodio de L'infermiere di Tata, mentre al contrario si tratta di Alessandra Sepe.

    Può darsi appaia in una delle prime scene di Sangue romagnolo, ma avrebbe il volto coperto da un bambino che tiene in braccio.