Divertentissima e folgorante commedia "thrilling" con punte di nonsense e esordio al fulmicotone di un autore televisivo. Momenti da antologia inaspettati, come il vero e proprio massacro al matrimonio greco. La Christian che fa sesso con Gross in preda a una possessione quasi alla Linda Blair, finale sui tetti dell'albergo con tempistica e colpi di scena da vero thriller. Da non perdere la performance di Lee Ermey, carognoso e esaltato capitano di polizia che sembra uscito da un film di Tarantino. Gustoso e non poco cattivello.
MEMORABILE: La gigantografia pubblicitaria finale della Christian.
Un consiglio: nessuno si faccia ingannare dai primi venti minuti apparentemente fiacchi, che servono da pura introduzione. Perché il film quando si accende arriva a ritmi folli, portando a una commedia devastante nella pura tradizione demenziale-caciarona all'americana, premendo fortissimo il piede sull'esagerazione e sul paradosso assolutamente irrealistico ma facendolo con gusto e portando a divertire, se non addirittura alla risata grossa. Il protagonista vive una quantità assurda di disavventure e la sceneggiatura ha un gusto anche sadico. Da ripescare.
MEMORABILE: L'esageratissimo pestaggio della polizia all'ospite dell'hotel reo di aver gettato a terra il cappello di Ermey.
Simpatica black comedy con un bugiardo patentato alle prese con una top model psicopatica (una Claudia Christian anche più inquietante di quella vista ne L'alieno). Nonostante varie difficoltà produttive (Spencer non si dichiarò soddisfatto del prodotto finito), il ritmo e i tempi comici vengono amministrati con puntualità e le gag, che viaggiano dal cartoonesco allo humour nero più classico (le peripezie per inscenare un suicidio), rubano sovente risolini. Una volta capiti i meccanismi è facile intuire gli svolgimenti, però il frenetico climax finale sui tetti cattura l'attenzione.
MEMORABILE: Le canzoni; Il cadavere nel frigorifero; Police brutality; Il prete guarda un porno e si pente quando va via la luce; Appesi all'insegna dell'hotel.
Per sfuggire al grigiore della sua vita, un direttore d'albergo inventa avventure inesistenti fino a quando si imbatte in una top model psicopatica che lo trascina in un vortice di avventure vere... Dopo una partenza lenta, la sceneggiatura inquadra la quarta con un fuoco di fila di gags e situazioni al limite condite d'humor nero che avrebbero potuto dar vita ad una simpatica commedia demenziale ma l'occasione va in gran parte sprecata da una regia senza personalità ed un cast poco all'altezza in cui spicca il solo R. Lee Ermey nei panni di un poliziotto irascibile.
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