Il detective privato O'Toole (Nolte) decide di investigare su un omicidio per il quale è stato arrestato un innocente su richiesta di una donna (Winger); ma dovrà fare i conti con un sistema giudiziario-politico perverso nel quale chi è corrotto e colpevole sta fuori e chi è innocente è dentro. Un ottimo Nolte come al solito e un'altrettanto grande Debra Winger interprete di una donna inquieta e misteriosa. Soggetto e sceneggiatura di Arthur Miller al ritorno dopo 20 anni sullo schermo.
Un misterioso omicidio ed un presunto innocente in galera portano l'amante del defunto ad ingaggiare un detective privato che inizierà un'indagine foriera di torbidi intrighi di provincia. Da una sceneggiatura di Miller si dipana una narrazione discreta ma non esaltante che può contare su due validi protagonisti ed un'analisi soprattutto incentrata sull'ambigua figura femminile. Finale tristemente tendente alla conservazione dello status imperanti.
Un investigatore privato, assunto da una ex prostituta per indagare su un omicidio per il quale è stato già condannato un ragazzo, scopre un intrigo in cui sono coinvolti pezzi grossi... Nonostante la regia di Reisz e la sceneggiatura di Arthur Miller (tratta da un suo atto unico), un giallo confuso e poco appassionante, carente come ritmo ed incolore anche dal punto di vista stilistico. Nolte, che diretto da Reisz aveva ben figurato, qui se la cava con una prova dignitosa, mentre Winger è fuori parte come dark lady e risulta eccessiva quando fa la matta. Menzione a parte per il bravo Warden.
Da un'indagine su un omicidio, emerge una realtà sociale torbida e corrotta. Il film di Karel Reisz ha le movenze di un poliziesco abbastanza classico. Non nuova ma significativa è la parallela caratterizzazione ambientale che fa emergere un ambiente ambiguo nel quale risaltano personaggi ben caratterizzati. Buona la prova del cast, con particolare riferimento a Nolte e alla Winger.
Da una sceneggiatura di Arthur Miller un poliziesco così così che scava nella corruzione dei piani alti governativi americani. C'è una ex prostituta che sa tante cose ed è preda di una crisi di pentimento e poi si staglia la figura di un giornalista, esempio di illibata onestà. Se ne ricava una pellicola con alcuni aspetti un po' troppo televisivi ma che non può lasciare scontenti, vista la presenza di due outsider come Nick Nolte e Debra Winger.
Mediocre thriller investigativo che non riesce proprio a coinvolgere. Già dai primi fotogrammi una canzoncina spiazzante ci accompagna durante i titoli di testa, lasciando intuire un approccio non proprio consono al genere. Il ruolo cucito addosso a Nolte, inoltre, non funziona affatto, trattandosi di un investigatore troppo in balia degli altri per essere credibile. Lo sviluppo è piatto e i colpi di scena che prova ad assestare da un certo punto in avanti ne sono condizionati, non producendo alcun effetto. Si è visto di molto meglio...
Nonostante le premesse per un grande noir ci siano tutte (il poliziotto privato, la trama estremamente contorta, la sceneggiatura di Miller), questo film di Reisz si risolve in una vicenda poco coinvolgente, in cui una regia piuttosto sbrigativa non riesce a cogliere le sfumature di uno script volutamente evanescente, che si regge sulla psicologia dei personaggi piuttosto che su linee narrative definite. Nonostante la buona prova del cast, i personaggi rimangono estranei allo spettatore, confuso da ingiustificati cambi di registro, e il film non va oltre un'aurea mediocrità.
Evoluzione nel tempo del concetto di Dark Lady, che qui diventa una prostituta che sa come sedurre e intorbidire le acque. Nick Nolte indaga senza paura, e a ogni sequenza scopre tutto il marcio che sta sotto. Un giallo sorprendente, teso, splendidamente interpretato, con Debra Winger che ricorda un po' Mica scema la ragazza di Truffaut e la provincia americana che si rivela passo passo un vero nido di vipere. Ultimo film del grande Reisz, scritto da Arthur Miller. Ottimo.
Neo-noir dall'andamento monotono e a tratti persino risibile: Debra Winger è una femme fatale lunatica e insopportabilmente elusiva, che passa con ben poca naturalezza dallo status di vittima indifesa a quello di isterica sbraitante, mentre Nick Nolte nei panni dell'investigatore privato si lascia manipolare con troppa facilità e fatica pateticamente a imporsi come protagonista. Per di più la vicenda in sé si rivela di scarsissimo interesse, indugiando perennemente attorno a un salvifico colpo di scena che non arriva mai (e se arriva è così ovattato da non farsi sentire). Evitabile.
MEMORABILE: La fatiscenza del ghetto; Il ragazzo in galera che si lascia morire di inedia; La nuova "chiesa" per i tossicodipendenti; Il suicidio sulla strada.
Gli ingredienti classici del noir ci sono tutti: detective ingaggiato da bella sconosciuta per indagare su un caso con innocente finito in galera. Lo svolgimento però non soddisfa pienamente perché i due personaggi principali non risultano molto credibili, soprattutto l'investigatore interpretato da Nolte (possibile che non pretenda di approfondire i fatti relativi all'omicidio?). La trama comunque risulta interessante e la mano di Reisz (pur lontano dai suoi momenti migliori) si fa sentire. Bravi tutti gli interpreti.
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