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La nostra recensione di All'alba perderò

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Andrea Muzzi, toscano con all'attivo un buon numero di partecipazioni a note commedie della zona (da Benvenuti a Pieraccioni e Ceccherini), si cimenta per la terza volta in regia con un film nel quale gioca anche col metacinema, fingendo di proporre a più case produttrici una sua sceneggiatura dal titolo "Piove sul bagnato" (che è in realtà quello del suo esordio dietro la macchina da presa di dodici anni prima). L'idea è intrigante: dare spazio ai falliti, ai perdenti di ogni latitudine. Basta con la celebrazione dei vincenti, della competitività esasperata che porta alla depressione...Leggi tutto chi non prevale; che si raccontino invece le storie di chi non ce l'ha fatta, dei valorosi perdenti capaci con le loro storie di dare indirettamente forza a chi sta nell'ombra.

Andrea Gregoretti (Muzzi), autore di copioni che nessuno vuol leggere o che nella migliore delle ipotesi nessuno ha intenzione di produrre, decide che è arrivato il momento di concretizzare, all'interno di un film in tema, la propria vocazione al fallimento, e ha forse l'idea giusta: scovare, nella storia dello sport ma non solo, gli exploit di chi in pratica s'è fatto ridere dietro dal mondo arrivando alla soglia del successo per incespicare poi rumorosamente. E così, servendosi in un secondo tempo anche dell'aiuto di un idraulico (Crestacci), di un ragazzo delle pizze e di un amico, comincia a raccogliere materiale video che mostra a loro e alla sua donna delle pulizie (Bardini), rassegnata a sorbirsi cose che apparentemente non le interessano in alcun modo.

Corridori sovrappeso che restano indietro di decine di metri in piena gara, nuotatori che non sanno nemmeno completare due vasche, piloti di Formula 1 che in tutta la carriera non ultimano nemmeno un sorpasso... Per quanto - come spiegato sui titoli di coda e come ampiamente immaginabile - non si tratti di personaggi realmente esistiti, le ricostruzioni a volte sono buffe e in alcuni casi anche discretamente realizzate, andando a comporre un corpus di brevi filmati che hanno il compito di spezzare l'andamento di un film per il resto piuttosto impietoso nel mettere in luce la scarsa dimestichezza in regia del pur simpatico Muzzi. Si procede a fatica con una confezione ai confini dell'amatoriale che riesce difficile considerare un vero e proprio film. Sono piuttosto scenette malamente incollate l'una all'altra, in cui seguiamo dapprima Gregoretti a colloquio con produttori e amici nella speranza di piazzare la sua nuova sceneggiatura ("Piove sul bagnato", come detto), poi sempre lui - che non esce quasi mai dall'inquadratura - alle prese col proprio progetto sui perdenti, nel quale coinvolge amici e conoscenti cercando di spiegare loro i punti di forza del progetto.

Tre guest star per altrettanti veloci camei nella parte di loro stessi: Pupo come presentatore di un fantomatico premio al miglior fallito dell'anno (ha qualche posa in più), Paolo Calabresi e Angela Finocchiaro come star contattate inutilmente per partecipare al suo film (entrambi brillanti, mostrano subito lo stacco rispetto a un cast molto meno "professionista"). Per spezzare poi le scenette in casa (sorta di magazzino in un capannone), che scadono sempre più fino a raggiungere il punto più basso quando la statua di Dante Alighieri si anima, arriva in soccorso qualche reale intervista a personaggi sportivi che raccontano la loro esperienza da "falliti", ovviamente molto relativa (il portiere Giovanni Galli, la pallavolista Maurizia Cacciatori, il ginnasta Juri Chechi...). Si salva la spontaneità del Muzzi attore, che sembra calzare bene nelle vesti del protagonista e che nel copione che si è scritto trova più di uno spunto spassoso.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/04/22 DAL BENEMERITO ALEXCINEMA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 23/03/25
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Alexcinema 4/04/22 21:20 - 129 commenti

I gusti di Alexcinema

Commedia a basso costo di impostazione metacinematografica, ragionevolmente divertente nelle premesse. Cast poco conosciuto a parte i brevi ruoli per Angela Finocchiaro e l'ex cantante Pupo. Frequenti picchi di malinconia fanno da contraltare a situazioni ironiche, un po' approssimate ma che in fondo rendono il film piacevole da guardare e scorrevole, vista anche la breve durata.

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