Location unica, storia assente: solo uno psicopatico (Arch Hall jr.) che con la pistola tiene sotto scacco (assieme alla sua ragazza) tre insegnanti fermatisi in un'area di servizio isolatissima per un guasto all'auto. Per reggere un'ora e mezza un film così aveva bisogno di una sceneggiatura a dir poco virtuosa, che qui manca. O magari di un'interpretazione memorabile, e quella forse c'è, ma va a gusti. E' chiaro che al centro di tutto vi è lo psicopatico giustamente definito “sadico” nel titolo originale: le sue incredibili smorfie, che sembrano spesso più quelle d'un ritardato che di un vero psicopatico (bocca aperta, naso e fronte che s'arricciano senza ragione...) rischiano sovente di far...Leggi tutto cadere nel ridicolo il film, eppure nello stesso momento appaiono credibili, adeguate allo strano personaggio che Hall jr. a suo modo rende davvero memorabile. Certo non convincerà tutti, ma chi si lascerà trasportare nel vortice di tensione che il regista James Landis sa organizzare con una certa sapienza potrà davvero apprezzare l'allucinata interpretazione di Hall jr. Molto più di quella della sua ragazza (Manning) ad esempio, anonima accompagnatrice del folle; o di quella delle tre vittime (l'attraente maestrina e i suoi colleghi), che fanno quel che devono senza eccellere né demeritare, chiaramente succubi del matto che con la pistola sempre in mano li minaccia ghignando, senza mai troppo scomporsi. THE SADIST viene solitamente ricordato per essere il primo lungometraggio firmato dal grande direttore della fotografia Vilmos Zsigmond (che qui si firma ancora William), ma non è certo il suo pur pregevole bianco e nero a colpire. Con in mano un copione minimale è Landis a doversi accollare l'impegno maggiore, mantendo cioè costantemente su buoni livelli la tensione tra i cinque. Spesso ce la fa (appoggiandosi appunto a Hall jr), ma il materiale per reggere un film intero non c'era e si vede. Ad ogni modo, soprattutto liberando nel lungo finale senza parole una furia selvaggia sorprendente, è abile a farci capire come nessuno possa prevedere le mosse del sadico, che ha già sparato e ucciso “a bruciapelo” e non si farà nessun problema a continuare.
Tre insegnanti in viaggio fermi per riparare la macchina incontrano uno psicopatico, Charlie, e la sua ragazza. Il film parte carico di sadismo già dopo 15 minuti e non risparmia passaggi cruenti e qualche accenno sensuale. Ogni tanto rallenta ma certe caratteristiche/sguardi dello psicopatico e delle vittime (da rimarcare la Hovey) sono da manuale. Per l'anno di produzione e per il budget a disposizione (che determina un set limitato) è già tanta roba!
Tre sfortunati professori diventano vittime di un pericoloso psicopatico in una desertica stazione di servizio. Ottimo, duro, angosciante e con una dose di sadismo e cattiveria veramente notevoli; la discesa all'inferno dei tre sfortunati automobilisti viene perfettamente fotografata dalla soffocante ambientazione desertica. Hall jr. interpreta uno dei protagonisti più odiosi del genere: lo spettatore attende pazientemente il finale per vederlo punito a dovere. Brava pure la protagonista femminile. Consigliato.
Ore disperate a cielo aperto con script tirato per la giacca fino a strapparla, affidato all’irritantissimo mood attoriale di un protagonista russmeyeriano che dà vita al peggiore villain di sempre, confinando il film in un’interzona dove trucido e ridicolo si baciano in bocca, dalla quale non troverà modo di evadere nemmeno in grazia di un finale antesignano di tutto il survival (non senza qualche atmosferico germe del rape and revenge) tutt’altro che tirchio in quantità e qualità di cattiveria. Tirate le somme e le differenze, passa senza far male né indurre a entusiasmi inusitati.
Piccolo ma interessante film di pura exploitation Usa, fedele alle unità aristoteliche della narrazione (luogo, tempo e azione), che ha per protagonista un giovane psicopatico sadico e assassino (accompagnato da una ragazza altrettanto svitata) e un terzetto di malcapitati insegnanti, giunti nel posto sbagliato al momento sbagliato. Colpiscono la ferocia del protagonista, davvero brutale e la qualità della fotografia, opera di Vilmos Zsigmond (qui al suo primo film). Crudele ed efficace anche il finale.
Psicanalisi: poca (giusto all'inizio); contatto a presa diretta rapida e quindi visceralità: 101% e questo già lo lancerebbe nel mio Olimpo. Volendo erigere qualche barriera potrei dire che essendo povero di ambientazioni e monotono nelle minacce vada un po' a rilento, ma se poi consideriamo la doppia sorpresa finale nonché la bravura eccelsa, l'espressività dei due protagonisti negativi, ecco che ogni dubbio viene eliminato. Se ne vedranno altre migliaia di film simili, ma molto pochi sprigioneranno una psicopatologia a uno stato così puro e immediato.
MEMORABILE: La malcapitata costretta a mangiare la polvere.
Esempio di filmetto a basso budget che riesce a emergere dal mucchio grazie a uno script intelligente e a una regia efficace. Il plot è davvero minimale ed è un bene che sia così: la tensione non necessita di trame intricate ed è la tensione la chiave di volta del film, evocata da Landis con pochi mezzi ma con piglio e gusto degni di un grande autore. Un film maturo per i suoi tempi, con un indimenticabile Arch Hall Jr. nei panni del "sadist". La sua interpretazione over-the-top fa sorridere e mette a disagio allo stesso tempo. Da recuperare.
MEMORABILE: I sadici giochetti di Hall Jr. e le sue smorfie fumettistiche; La tesa scena della macchina; L'inseguimento finale che purtroppo termina banalmente.
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Taxi Drivers: "Opium Vision prosegue nel suo illuminato percorso editoriale recuperando una rarità che non mancherà di suscitare il più acceso interesse tra i cinefili".
http://www.taxidrivers.it/84639/dvdbluray/84639.html
(Non posso andare oltre altrimenti sai che spoileraccio) Ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ;-) ;-)
Brava pure la protagonista femminile
Quale? Quella cattiva o la professoressina.
A me è piaciuto da matti.
Schramm ebbe a commentare:
affidato all’irritantissimo mood attoriale di un protagonista russmeyeriano
Concordo; ho visto solo Motorpsycho e Faster pussycat e anche a me è venuto in mente lui, ma non so se nei suoi 3 film precedenti il '63(anno di edizione di A bruciapelo!) avesse già esposto così bene i suoi modelli.
Mi fa molto piacere ti sia piaciuto Fauno, per me questo film è una piccola chicca, finalmente riscoperta in dvd.
Per protagonista femminile intendevo la professoressa, anche se pure la cattiva non è affatto male.
Per il personaggio principale, devo dire che è uno di quei casi in cui, il cattivo di turno mi offre tanta empatia, da volerlo vedere finire nei peggiori dei modi.
Ciavazzaro ebbe a dire: Da notare personaggio che io credo fortemente ispirato a questo poco simpatico giovanotto:
https://en.wikipedia.org/wiki/Charles_Starkweather A bruciapelo è effettivamente ricalcato sulla serie di omicidi compiuti da Starkweather. Anche nel trailer originale presente sul DVD, pur non facendo nomi, si lascia intendere che la storia è ispirato a un fatto di cronaca.
Ma in effetti quello che mi ha fatto ridere è che tu speravi per lui una morte piena di sofferenze, mentre lui fa sì una fine, ma quasi contraria rispetto a quella che tu auspicavi.
Ed è anche buffo il fatto di vederti così schierato, in quanto tu, a differenza mia, sei più solito accettare il buono e il cattivo riuscendo a gustarti tutti e due...e poi proprio in questo film e con un personaggio che pur se crudele è anche talmente immediato e spontaneo che c'è una parete esilissima a impedirgli di andare sul fumettistico. Per quello il tuo commento mi ha divertito, ma l'ho letto dopo aver messo il mio, come sempre.
La trasmissione radiofonica Hollywood Party ha dedicato ieri sera ampio spazio alla collana Opium Visions, presentando in particolare A bruciapelo e La cugina del prete. Trovate la puntata in podcast, con l'approfondimento sulla Opium a partire dal 20° minuto.