12 - Film (2007)

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/06/08 DAL BENEMERITO AMMIRAGLIO
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Ammiraglio 26/06/08 14:36 - 150 commenti

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La parola ai giurati in salsa russa. Nikita Mikhalkov riesce a recuperare lo spirito e l'atmosfera del film di 50 anni prima adattando il tutto molto bene alla realtà della moderna Russia. Non era impresa facile, considerando la portata dell'originale ma, se si escludono alcune fissazioni del regista ti tipo "magico/soprannaturale/divino" (vedasi l'uccellino) il risultato è decisamente ottimo. Da sottolineare la magistrale interpretazione dei 12 protagonisti (tutti grandi attori russi o ex sovietici).

Manulele81 30/06/08 17:22 - 83 commenti

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Teso, appassionante, fin troppo intenso dramma corale vestito da legal thriller, che racconta le contraddizioni e le debolezze della Russia moderna, scavando nei lati oscuri di giustizia e umanità. Michalkov non si trattiene, usa tutti i mezzi spettacolari e retorici, ma comunica e fa riflettere, benchè gli attori siano troppo sopra le righe.
MEMORABILE: Il lungo monologo del razzista, che racconta del figlio.

Daniela 9/12/08 21:15 - 12625 commenti

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La parola ai giurati è un film perfetto, teso ed avvincente, al termine del quale si ricava lo stesso piacere che si può provare di fronte ad un puzzle complesso in cui tutte le tessere si incastrano l'una con l'altra. "12" è un film imperfetto - troppi flashback, a tratti didascalico e con simbolismi troppo facili - ma al termine lascia tante domande su cosa è giusto e cosa è umano. Un cast formidabile, alcuni assolo che si scolpiscono nella memoria, un finale a sorpresa rendono questo film molto più che un semplice remake.
MEMORABILE: La ricostruzione della testimonianza del vecchio, la scena con la carrozzella, la confessione del tassista.

Galbo 5/02/09 07:44 - 12380 commenti

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Bellissimo remake del già ottimo La parola ai giurati di Sidney Lumet. Il regista Mikhalkov infonde nuova linfa al testo inserendo il tema (scottante ed attualissimo per i russi) della guerra in Cecenia (e della sorte dei numerosi profughi) che sostituisce il tema razziale del film originale. Sceneggiatura di ferro, con monologhi e dialoghi molto ben scritti, per un film che pur lungo mantiene sempre un livello elevato di tensione narrativa. Ottima la prova di tutto il cast. Da non perdere.

Capannelle 24/02/09 11:47 - 4399 commenti

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Non è facile girare un remake di cotanto mostro sacro e soprattutto spalmarlo su due ore e mezza. Gli attori sono capaci e la costruzione abbastanza equilibrata, ma diversi passaggi risultano dispersivi o troppo caricaturizzati (si pensi alle figure dell'"americano" o del balbuziente). E si sente la mancanza di Henry Fonda. Non mancano invece alcune amare riflessioni sulla società russa, anzi sul carattere dei russi stessi.
MEMORABILE: Il duetto tra il taxista (il duro del gruppo) e il chirurgo esperto di coltelli.

Pigro 25/04/10 10:17 - 9635 commenti

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Sembra un remake della Parola ai giurati, ma è tutt'altro, e non solo per l'incredibile ribaltamento conclusivo (purtroppo annacquato negli ultimi minuti). L'argomentare dialettico quasi pirandelliano qui serve a Mikhalkov per comporre un affresco di rimandi teatralissimi e simbolici (il pianoforte chiuso tra le sbarre...) alla condizione sociale e politica descritta con dolente pessimismo. Obiettivo non è la giustizia, ma un paese in trasformazione, soffocato da sordidi interessi, lacerazioni e paure: la nuova Russia, e ahimé anche l'Italia.

Enzus79 26/08/10 16:27 - 2874 commenti

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La guerra cecena dà spunto a Nikita Mikhalkov per fare una sorta di remake del bel film di Lumet La parola ai giurati. Il difetto più grande di questo film è la durata. Gli attori (perlopiù sconosciuti) sono a dir poco bravi. Finale un po' troppo ambiguo.

B. Legnani 14/01/11 23:04 - 5523 commenti

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Al di là dell’interessante declinazione sociale (l’imputato è un ceceno), questo remake russo del leggendario La parola ai giurati, è un film deludente, raggiungendo una stentata sufficienza. Rifare un capolavoro non è facile: l’identico ha il sapore della copiatura, l’innovato quello del tradimento. Si aggiunge una pesante teatralità fuori luogo, che dilata i tempi e le reazioni, cosicché laddove Lumet riusciva mirabilmente a equilibrare compostezza e grande pathos, abbiamo invece eccessi e forzature. Recitazioni troppo calcate. Interessanti, però, il presidente della giuria ed il tassista.

Greymouser 16/04/11 15:23 - 1458 commenti

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Un remake intelligente, perchè ricontestualizza in diverso "milieu" la nota vicenda creata da Rose e Lumet nel 1957, le dà un respiro meno teatrale e più filmico con l'inserto di vari flashback (peraltro piuttosto inessenziali), pur restando fedele alla linea narrativa dell'originale, a parte il finale, che però è il vero punto debole. Il punto di forza invece è rappresentato dai 12 attori, Nikita compreso, che veramente bucano lo schermo. Un film di recitazione, quindi, che offre momenti altissimi accanto a qualche perplessità.

Schramm 21/07/12 13:39 - 3490 commenti

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Tra gli interstizi di un seducente esercizio di coralità s'apre un ventaglio di fratture ideologico-culturali tra ceceni moscoviti georgiani caucasici ebrei. 12 apostoli dell'umano troppo umano orfani di mondo che ci ricordano come dal micro al macro sono sempre Incomunicabilità e Incomprensione sistole e diastole della Storia, alla faccia di fratelli compagni cittadini partigiani. Mikhalkov lo rimarca con un remake che non sfigura con la matrice (tradita eppure rispettata) ove uno stuolo di eccelsi guitti fa indimenticabile mostra della propria sophìa drammaturgica. (***)

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