Un noto presentatore televisivo viene preso in ostaggio da una misteriosa donna la quale gli intima di rispondere positivamente alle domande che gli pone se vuol restare vivo. Thriller ambientato quasi esclusivamente in un'unica location (un ascensore), il che dona al film un notevole senso claustrofobico. Niente di particolarmente originale, ma il rapporto che si viene a creare tra vittima e carnefice è piuttosto gustoso e la Goodall (ben doppiata da Emanuela Rossi) è davvero brava come perfida psicopatica. Coglitore è regista da tener d'occhio!
Presentatore di un quiz a premi viene sequestrato dentro un ascensore da una donna che, dopo averlo immobilizzato e bloccato la corsa dell'impianto, gli pone una serie di domande, minacciando di amputargli parti del corpo in caso di risposta sbagliata... Thriller psicologico formalmente curato, soprattutto per quanto riguarda la gestione degli spazi, e bene interpretato dai due protagonisti, ma carente nella sceneggiatura, poco coesa nella parte centrale e poco convincente nel colpo di coda finale, dato che l'escamotage della telefonata già predisposta non trova giustificazioni plausibili.
Il presupposto è che reggere un’intera pellicola dentro a una stanza o un abitacolo è compito arduo, come già visto altrove. Dentro a un ascensore pure. Ci vogliono una grande sceneggiatura e ottimi interpreti, altrimenti si rischia la narcolessia. In questo caso entrambe le cose non sono male. Ma. Mentre gli interpreti sono di buon livello (Goodall in particolar modo), il ritmo, talvolta, non primeggia per brio. Però. La storia reale a cui si ispira il film è lodevole e poco trattata, quindi ben venga. Coglitore ha un potenziale che potrebbe sorprendere, al di fuori di quattro mura.
Dopo Event 15, un altro "elevatorture" crudele, privo però di intenti assimilabili al protocollo Stanford: un thriller più terra terra, taglionesco e filoenigmistico. L'ascensore come cella di detenzione abughraibica, camera di decompressione anamnestica e morale, ma soprattutto cabina di un sadico quiz a risposte mutilanti: in palio una verità da estirpare con pinze e siringhe; una confessione da strappar via a qualunque prezzo. Fa piacere che la titolarità del film sia italiana e che il tarantiniano Parks regga bene la parte, ma per chi è avvezzo al genere solo briciole resteranno.
Lo showman di un programma televisivo molto famoso viene intrappolato in un ascensore da una donna apparentemente folle che vuole sfidarlo a un gioco sadico e malato. Poco alla volta emergeranno le personalità e le motivazioni dei due protagonisti. Thriller d'ambientazione claustrofobica girato tutto all'interno di un unico spazio che parte come un torture porn per poi virare su di una sceneggiatura meno malsana. Le carte si scoprono in fretta e alcuni monologhi fungono da riempitivo, ma nel complesso non si può affermare di essere di fronte a un brutto film. Particina per Young.
MEMORABILE: Il finale.
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CuriositàDaniela • 26/01/20 00:29 Gran Burattinaio - 5925 interventi
Il protagonista James Parks è figlio del più noto Michael Parks.
Padre e figlio hanno recitato insieme per Quentin Tarantino in buona parte dei suoi film, compresi Kill Bill 1 e 2.